Firenze, rivolte del pensiero dopo Foucault per riaprire il tempo

Solo le rivolte del pensiero possono “farci uscire dalle impasses e dai vicoli ciechi della malinconia e della disperanza”. Mario Galzigna conclude così il suo saggio dedicato a una delle insegne del nostro tempo, l’assuefazione all’idea di sottrazione del futuro, che egli definisce, appunto, ‘disperanza’. Sarà dedicato proprio a questo libro, ‘Rivolte del pensiero. Dopo Foucault, per riaprire il tempo’ (Bollati Boringhieri editore) il primo appuntamento del ciclo ‘Una città che legge’ che si terrà domani (con inizio alle 16.30) nella Sala degli Elementi di Palazzo Vecchio. Otre all’autore (docente di storia della cultura scientifica ed etnopsichiatria e psichiatria clinica all’Università di Venezia) saranno presenti l’assessora all’educazione e all’università Cristina Giachi, l’assessore alla cultura Sergio Givone, Fabrizio Desideri ordinario di estetica all’università di Firenze, Paolo Francesco Pieri, analista ordinario Cipa (Centro italiano di psicologia analitica). Coordinerà David Allegranti giornalista dell’edizione fiorentina del Corriere della Sera.

Le rivolte che incendiano il mondo, senza riuscire a mutarlo, nascono dall’accettazione e insieme dal rigetto della servitù. Secondo Galzigna dopo Foucault, per riaprire il tempo, perché possa toccare terra, e incidere in essa i segni del futuro, la rivolta deve prima insediarsi nelle nostre vite. Ma soprattutto, dopo anni di ripiegamento privato, dobbiamo tornare a coniugare conflitto e politica.

“Non si tratta solo di presentare un libro di particolare valore scientifico – ha rilevato l’assessora all’educazione Cristina Giachi – con il ciclo ‘Una città che legge’ vogliamo dare il senso del leggere insieme, di una città che non ha paura di educarsi affrontando grandi temi, significativi per il nostro tempo. È anche un modo per recuperare un rapporto collettivo con il libro, gli autori e la lettura. Nell’era della globalizzazione gli autori possono raggiungere i propri lettori direttamente su internet, chiedendo loro d’instaurare un canale di comunicazione diretto. Sono sempre più numerosi i libri che si leggono online, sullo schermo di un computer, o che si acquistano via web”.

“Con questa iniziativa, invece – ha aggiunto – vorremmo anche sollecitare la partecipazione attiva dei cittadini, che si ritrovano e discutono argomenti anche complessi, a partire da libri introdotti da esperti sia che si tratti di letture condivise, sia che siano volumi di cui abbiano soltanto sentito parlare”.

“Il tema di questo primo appuntamento – ha sottolineato l’assessore Givone – non è semplice e può spaventare chi non si sente preparato su questioni filosofiche. Ma il nostro scopo è proprio questo: scegliere anche libri complessi e non banali e discuterne in luoghi nuovi, come Palazzo Vecchio, con ospiti ed esperti che sappiano parlare in maniera chiara e divulgativa, così da avvicinare testi non comuni anche a un pubblico vasto, con un progetto educativo di livello alto e diffuso”.