Bolzano, politiche giovanili nell’ottica europea

Si sono recentemente svolti due incontri che hanno avuto come tema centrale il ruolo delle politiche giovanili a livello europeo, e di conseguenza a livello locale, attraverso le forme di collaborazione normalmente messe in atto per far comunicare le Istituzioni di diverso grado. Nell’ambito delle politiche giovanili l’Italia non ha una normativa nazionale in grado di coordinare i diversi intereventi ed è per questo motivo che diventa particolarmente importante instaurare rapporti di dialogo e di conoscenza con le istituzioni europee. In questo senso la Commissione europea, nell’ambito della sua collaborazione con il Consiglio d’Europa, invita rappresentanti ed esperti nazionali a confronti su diverse tematiche. Agli ultimi due incontri che si sono tenuti a Budapest (Ungheria) e Amman (Giordania) ha preso parte su invito del Consiglio d’Europa anche il Servizio giovani in lingua italiana della Provincia di Bolzano con il fine di rafforzare l’integrazione a livello europeo e internazionale delle politiche giovanili e di formare reti di partner con i quali partecipare ai progetti europei. Il tema dell’incontro di Budapest riguardava il futuro delle politiche giovanili da qui al 2020 e raccoglieva 140 esperti selezionati, su più di 2500 candidature, che si sono confrontati sulle direzioni delle future politiche di sviluppo sul tema dei giovani e sulle più annose questioni che toccano le giovani generazioni come ad esempio di fenomeno dei NEET (fascia giovanile non occupata, che non studia e non si trova neppure in condizione di formazione). Un fenomeno di proporzione che interessa a livello europeo 7,5 Milioni di giovani fra i 15 e 24 anni e con un trend in continuo aumento. In Italia si stima che il fenomeno interessi il 21% della popolazione giovanile e che se non arginato con politiche di sviluppo nazionale, ma anche locale, produrrà a lungo andare enormi sacche di esclusione sociale. In ottica di collaborazione e riflessione sul tema della cittadinanza e i giovani è stato l’incontro di Amman promosso dal Consiglio d’Europa e l’agenzia delle Nazioni unite che si occupa di sviluppo della popolazione (UNFPA) che ha riunito 30 esperti sulle politiche giovanili, 15 europei e 15 provenienti dai paesi arabi che hanno scambiato buone pratiche e opinioni su strumenti di partecipazione e progetti che possono essere avviati nell’area del Mediterraneo. In questa occasione è stato presentato il progetto LiberaMente, lanciato 4 anni fa dalla Provincia di Bolzano per incrementare il ruolo delle giovani generazioni nella società altoatesina e consentire loro un ruolo da protagonisti nei processi decisionali del territorio. Il modello emergente da questi incontri, che è poi il modello di politiche giovanili che si sta affermando da qualche anno a questa parte in Europa, è quello dell’emancipazione del giovane da interventi di stampo prevenzionale e l’emergere di approcci diretti alla promozione delle capacità dei singoli. Ci si concentra sempre più sugli aspetti positivi e creativi dei giovani e si creano le migliori condizioni affinché questa positività possa essere espressa al massimo in un’ottica di continua formazione personale in chiave relazionale (rapporto dei giovani con la società), di cittadinanza attiva (rapporto dei giovani con il sistema) e di occupabilità (rapporto dei giovani con il mondo del lavoro). Il tema è stato ripreso anche dal recente incontro tenutosi dalla tre consulte giovani della Provincia di Bolzano all’Atelier Europa dal titolo “Giovani arcieri: nuove traiettorie e nuove mire” e in occasione del quale Carlo Andorlini, esperto di politiche giovanili, innovazione del pubblico e del welfare di comunità della Regione Toscana, ha ripreso lo stesso concetto ponendolo al centro della questione che in Provincia è stata inaugurata anche dalle consulte sulla funzione delle politiche giovanili in ottica di sviluppo del territorio.