Venosa, prestiti a strozzo con interessi del 360%

Quando consegnavano i soldi alle vittime chiedevano in garanzia le foto dei parenti più prossimi (figli, mogli e genitori). Con l’accusa di estorsione, usura e violenza, i Carabinieri hanno arrestato tre persone di Venosa e di Melfi. Le indagini sono iniziate lo scorso aprile, ma il giro di usura era in piedi dall’inizio del 2012. Sono stati quattro imprenditori a denunciare gli usurai, aprendo così la strada agli investigatori, che ipotizzano in quel territorio decine di casi.

Tre persone sono finite in carcere, mentre per una quarta è stato disposto il divieto di avvicinamento alle vittime. I gruppi sono due, distinti tra di loro, con “basi” a Venosa e a Melfi, ma ci sono casi di commercianti che si sono rivolti a entrambi per ottenere denaro. A Venosa, in particolare, gli incontri venivano fissati in una concessionaria di automobili, sequestrata dai Carabinieri, dove avveniva anche la consegna del denaro e delle foto.

Fino a questo momento non sono emersi episodi di violenza ai familiari delle vittime, ma una denuncia per percosse a uno degli imprenditori vessati. I tassi di interesse andavano dal 115 al 360 per cento, e in un caso per un prestito di ottomila euro ne sono stati restituiti 36 mila.