Perugia, presentato il volume su bambini e ragazzi fuori dalla famiglia di origine in Umbria

Al 31 dicembre 2012 in Umbria, a fronte dei circa 883 mila residenti, vivono poco più di 137 mila minori che incidono sulla popolazione totale per il 15,5 per cento. Dato quest’ultimo che pone la regione al di sotto del valore medio nazionale: è quanto emerge dal volume intitolato “Bambini e ragazzi fuori dalla famiglia di origine in Umbria”, presentato stamani al Salone d’Onore di Palazzo Donini a Perugia, alla presenza della vicepresidente della Regione Umbria, Carla Casciari, dei rappresentanti del Tribunale per i minorenni, delle istituzioni, del Terzo settore e delle cooperative impegnate in Umbria nella cura dei minori. I contenuti del rapporto edito dalla Regione Umbria e curato da Roberto Ricciotti dell’Istituto degli Innocenti di Firenze, sono stati illustrati dall’autore che ha evidenziato che “lo studio  contiene i dati relativi ai minori che vivono fuori dalla famiglia in Umbria e il monitoraggio relativo al biennio 2008-2009, nonché  le più recenti linee di tendenza per gli anni 2011-2012”. La pubblicazione del testo rientra tra le iniziative organizzate dall’Assessorato al Welfare e Istruzione della Regione Umbria per la Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia che si celebra il 20 novembre di ogni anno per ricordare la Convenzione internazionale sui Diritti del fanciullo approvata dall’”ONU” il 20 novembre 1989 e ratificata dall’Italia con la legge n. 176 del 1991.

  Illustrando i dati del rapporto Ricciotti ha evidenziato che “una quota sempre più importante tra i minori residenti in Umbria è relativa ai minori stranieri che tra il 2007 e il 2011, sono passati da 14.600  a 21.124, per un incremento percentuale del 45 per cento. In questo contesto demografico – ha precisato –  una parte niente affatto irrilevante di minorenni vive al di fuori della famiglia di origine in affidamento familiare o in accoglienza in servizio residenziale”.

“Alla data del 31 dicembre 2012 le strutture residenziali in Umbria sono 39 e accolgono 199 minorenni – prosegue Ricciotti – quest’ultimi risultano in netta diminuzione (-17 per cento) rispetto ai circa 240 presenti riscontrati tra il 2008 e il 2009. Poco più di un minore su 4 (28 per cento) tra quelli presenti proviene da altre regioni italiane”.

Diversamente dall’accoglienza nei servizi residenziali, gli affidamenti familiari al 31 dicembre 2011 fanno segnare un significativo incremento rispetto agli anni passati: erano 192 a fine dicembre 2008 e risultano 248 al 31 dicembre 2011.

“Particolarmente significativo – ha detto Roberto Ricciotti –  è l’apporto all’incremento complessivo fornito dai minori stranieri, al punto che tra i minorenni collocati in affidamento familiare la quota degli stranieri passa dal 23 per cento del 2008 a oltre il 33 per cento del 2011. Gli affidamenti si dividono quasi in parti uguali tra eterofamiliari e intrafamiliari, mentre tra i giudiziali e i consensuali i primi sono decisamente più frequenti (67,3 per cento)”.

Secondo l’autore del volume “volendo confrontare il dato regionale con il contesto nazionale è necessario ricorrere ai dati del Centro nazionale di documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza, che conteggia in Italia 29.388 bambini e ragazzi di 0-17 anni fuori dalla famiglia di origine, per un tasso sulla popolazione minorile di riferimento pari a 3 minorenni fuori famiglia ogni 1.000 residenti della stessa età. Alla stessa data, il tasso regionale umbro risultava leggermente più alto di quanto registrato a livello nazionale (3,4 minorenni fuori famiglia ogni 1.000 residenti della stessa età) e leggermente più alto delle quattro regioni che, insieme all’Umbria, rappresentano convenzionalmente il Centro Italia, quindi Toscana (3,1), Marche (2,9) e Lazio (2,8). Tutte queste informazioni – ha concluso Ricciotti – rappresentano una ricchezza per conoscere in modo approfondito una situazione in continua evoluzione che, anche  se con limiti oggettivi, ha smosso l’interesse sui minori che vivono fuori dalla famiglia”.

 Commentando i contenuti della ricerca la vicepresidente della Regione Umbria, Carla Casciari, ha evidenziato che “le trasformazioni economiche e sociali in atto impongono di rinnovare  l’attenzione sui temi dell’infanzia, dell’adolescenza e del benessere delle giovani generazioni. Per fare ciò – ha precisato – occorre il lavoro di tutti i soggetti coinvolti a vario titolo nella tutela dei minori, perché solo mettendo a sistema le varie competenze si potrà garantire ai nostri bambini e ragazzi il ‘diritto’ di essere un minore. “L’intento di fare rete deve essere più forte soprattutto in questo periodo – ha aggiunto Casciari – caratterizzato da un aumento della vulnerabilità sociale delle famiglie alla quale si affianca una profonda trasformazione della struttura familiare che risulta indebolita anche sotto il profilo delle risorse non materiali.

“In questo scenario sociale, in coerenza con l’impegno che, da sempre, ha caratterizzato l’azione politica regionale – ha concluso –  diventa importante individuare percorsi strutturati per il sostegno alle responsabilità adulte anche attraverso uno specifico piano di tutela e prevenzione sociale che metta in campo azioni rivolte  a bambini e adolescenti vittime di fenomeni di esclusione, maltrattamento e abuso. Il rapporto presentato oggi, sarà di certo un utile strumento per la programmazione delle politiche regionali e per  la costituzione di un Osservatorio regionale sugli aspetti relativi alla tutela e protezione dei minori in Umbria”.