Vibo Valentia, Italcementi unire le forze per soluzioni risolutive

“La vicenda Italcementi affonda le sue radici nella storia più recente della Calabria, quella della denaturalizzazione delle vocazioni territoriali, avviata negli anni ‘70 attraverso l’industrializzazione “selvaggia” di coste che avrebbero potuto “svilupparsi” diversamente.

L’affidamento a Nomisma dell’indagine sul territorio per riadattare lo stabilimento vibonese e la conseguente proposta, si inquadra in un progetto di sviluppo reale, lontano certo dall’immagine turistica che si vorrebbe dare al tratto di costa, ma consapevole della necessità di riadattare l’area nel minor tempo possibile, salvando la forza lavoro e l’indotto creato dal colosso bergamasco.

Piena costa degli dei, Vibo Marina vive fra realtà turistiche come Tropea e Pizzo Calabro, a quella fetta di turismo balneare sarebbe interessante poter ambire, ma sussistono ad oggi non solo delle necessità inappellabili, ma anche una serie di problematiche da affrontare, come ad esempio il potenziamento del porto, situato in una posizione strategica per il raggiungimento di altre località turistiche, ma inadatto ad accogliere anche piccole navi da crociera.

E’ necessario unire le forze, locali e nazionali, ed agire ognuno secondo le proprie competenze, solo così si riuscirà a portare la questione su tavoli veramente risolutivi, creando qualcosa che abbia prospettive a lungo termine e che crei occupazione non solo per i lavoratori di Italcementi, ma per il  territorio di Vibo Valentia.

Italcementi S.p.A. ha ormai scelto di continuare la politica aziendale che ha condotto alla chiusura dello stabilimento di Vibo Valentia Marina, una politica che copre la verità col mantello della crisi. Il colosso bergamasco rappresenta oggi una filosofia  “antica”, un marketing ancorato alle vecchie idee che vedevano il Sud dell’Italia come territorio da conquistare, invadendo le nostre coste ed installando impianti che sfruttavano esclusivamente il territorio e che oggi non incontrano più il benestare dei calabresi. Senza volontà di polemizzare inutilmente sui perché di alcune scelte dell’azienda bergamasca, mi dico sicuro dell’atteggiamento poco onesto di Italcementi nei confronti di chi, come me, ha creduto di poter salvare gli ultimi posti di lavoro dello stabilimento, rendendo le istituzioni disposte alla collaborazione col gigante lombardo pur guardando sempre con sospetto le passate trattative, che, intrise di ricatti sottili e quasi impercettibili, volevano farci diventare succubi delle decisioni della S.p.A. Italcementi.

Il tempo non basta più e la popolazione oggi ha bisogno di risposte chiare, che diventino realtà in tempi brevi. Italcementi intanto non può pensare di salutare con la mano e voltare le spalle a quarant’anni di sfruttamento del territorio, deve immediatamente sgomberare a proprie spese l’area attualmente occupata dai suoi stabilimenti, riqualificarla e restituirla fruibile e sana alla popolazione”.

E’ quanto scrive in una nota stampa Franco Bevilacqua, ex senatore ed esponente del centrodestra vibonese.