Reggio Emilia, centri per l’impiego calano del 2% gli iscritti alle liste di disoccupazione

“Siamo di fronte ad un’inversione di tendenza nel flusso crescente di iscrizioni alle liste di disoccupazione, anche se la situazione occupazionale rimane difficile”, dichiara il Vicepresidente Pierluigi Saccardi, commentando i dati estrapolati al 30 Giugno 2013 dai Centri per l’impiego.

Inoltre i dati rilevano sul versante delle crisi aziendali un rallentamento nell’utilizzo degli ammortizzatori sociali che interessano le unità produttive e i lavoratori, anche se sussiste un aumento di situazioni di difficoltà nella ripresa dell’attività produttiva, soprattutto nei comparti trainanti dell’economia industriale provinciale, cioè il metalmeccanico, le costruzioni e la ceramica.

Ci sono segnali positivi anche per la crescita dell’export, che costituisce un fattore di tenuta, purtroppo ancora non compensato dalle produzioni per gli ordinativi e i consumi interni.

Nel dettaglio i Centri per l’impiego della Provincia di Reggio Emilia registrano un numero di 28.780 iscritti, con un calo del 2% rispetto a marzo 2013, che ne vedeva 29.343; la percentuale più alta è rappresentata sempre dalle donne, che sono oltre il 56%, mentre gli stranieri rappresentano il 28,7% degli iscritti; quelli che mantengono l’iscrizione da oltre 12 mesi sono il 51,6%, con un incremento lieve ma costante; i giovani dai 20 ai 29 anni sono oltre il 16%, con un lieve calo rispetto ad un anno prima.

Per ciò che concerne gli avviamenti al lavoro, si registra un numero di 44.363 unità, con una lieve prevalenza delle donne sugli uomini, dato analogo a quello del mese di Giugno 2012, ma positivo di oltre 3.800 unità se si raffrontano gli avviamenti rispetto alle cessazioni.

Infatti, a Dicembre 2012, avevano un segno negativo (-2.670), cioè erano più coloro che terminavano la propria attività lavorativa rispetto a quelli che la iniziavano.

Relativamente alla tipologia di avviamento, si rileva che le assunzioni o trasformazioni a tempo indeterminato costituiscono il 20% di tutti gli avviamenti, confermando la percentuale degli anni passati, mentre aumenta il lavoro part-time, che passa dal 25 % di un anno prima, al 28%; aumentano le somministrazioni di lavoro (interinali), passando in un anno dal 15% al 17,7%, mentre si contrae la percentuale dei CO.CO.PRO (dal 4,6% al 3,3%),  e rimane abbastanza costante l’apprendistato, attorno a poco più del 3%.

Rispetto al settore di attività non si registrano novità: quasi il 7% viene avviato in agricoltura, poco più del 28% nell’industria e quasi il 65% nei servizi, all’interno del quale spicca il dato di oltre il 17% di avviati nell’attività collegata all’istruzione.

“Confidiamo per l’autunno in una ripresa con il segno positivo dell’attività economica, grazie anche ai recenti provvedimenti messi in cantiere dal Governo per lo sviluppo economico e l’occupazione – aggiunge il vicepresidente Saccardi – accompagnati anche dalle opportunità conquistate a livello europeo sui fondi per l’incentivo e la garanzia occupazionale dei giovani. Ricordo le opportunità offerte alle imprese che assumono lavoratori che usufruiscono dell’assicurazione sociale per l’impiego, nel caso specifico dei territori colpiti dagli eventi sismici dello scorso anno, trattandosi di incentivi, sgravi fiscali e opportunità formative offerte alle imprese di quei territori che assumono nuovo personale. Importanti anche i provvedimenti adottati dalla nostra Regione in materia di azioni formative e incentivi all’occupazione che danno valore aggiunto alle imprese del nostro territorio. A livello provinciale è significativo anche il costante lavoro sviluppato dai nostri Centri per l’impiego, che offrono opportunità di politica attiva per gli inoccupati, i disoccupati, lavoratori in difficoltà, disabili e coloro che vivono situazioni di disagio sociale, attraverso i colloqui individuali, i percorsi di orientamento e le azioni di incontro domanda e offerta di lavoro.

Sono convinto – conclude Saccardi – che soltanto attraverso un lavoro di squadra che veda un impegno e uno sforzo combinato ai vari livelli (nazionale, regionale e locale) sarà possibile uscire dall’attuale situazione di forte difficoltà in cui versa il nostro Paese e la nostra realtà provinciale”.