Il Governo Letta uccide il business delle sigarette elettroniche

Politiche discutibili e dagli effetti dannosi per l’economia. Il regno della tasse non produce gli effetti sperati. Ultima vitima il settore delle sigarette elettroniche. L’intervento, arrivato per trovare “cash” ed evitare il precedente aumento dell’Iva, rischia così di trasformarsi in un vero e proprio boomerang. “Con il solo annuncio del decreto che prevede una tassazione spropositata per le sigarette elettroniche e tutti gli accessori, – ha spiegato Ovale, uno dei maggiori produttori e importatori italiani – il gruppo ha già subito una perdita del 50% del fatturato. A fine anno la stima è che il calo raggiungerà almeno l’80%. Il danno avrà ripercussioni sociali ed economiche di enorme portata. Secondo i nostri studi, senza il provvedimento legislativo che equipara di fatto le ecigs e le bionde tradizionali, lo Stato avrebbe continuato ad incassare, soltanto dal gruppo Ovale, tra i 60 e i 70 milioni di euro (tra Iva e tasse varie); ora quella cifra probabilmente si ridurrà a pochi milioni di euro. Cosi la tassa che doveva servire, nelle intenzioni dichiarate dal Governo, a coprire il rinvio dell’aumento dell’iva, si tradurrà di fatto in un clamoroso flop”.

“In più la maggior parte dei negozi sarà costretta a chiudere (su 400 punti vendita Ovale, la metà ha già disdetto i contratti di affitto), lasciando senza lavoro tra le 1000 le 1500 persone, disoccupati che peseranno sul welfare. Infine possiamo dire con certezza che ci saranno danni anche per il settore dell’editoria in quanto solo la nostra azienda ha investito per la pubblicità, nell’ultimo anno, circa 2 milioni di euro sui media nazionali, e i rivenditori circa 1 milione su quelli locali. Una spesa che sarà immediatamente azzerata dall’equiparazione senza senso ai tabacchi, che vieta qualunque forma di promozione. I due prodotti sono talmente differenti da risultare addirittura in antitesi, dato che le sigarette elettroniche sono di fatto un valido aiuto per smettere di fumare. Per questo crediamo sia contraddittoria la manovra del Governo che addirittura, pochi giorni dopo l’approvazione della legge, ha chiesto tramite il Ministro della Salute aiuto ai parlamentari per la lotta al fumo. Senza contare che molti dei fumatori elettronici hanno smesso di fumare, contribuendo di fatto alla riduzione della spesa sanitaria”.

Massimiliano Mancini, presidente di Anafe (Associazione nazionale fumo elettronico), ha scritto una lettera  aperta al Ministro dell’Economia Saccomanni. “E’ con notevole stupore che leggiamo sulla stampa della possibilità che si possa anticipare l’entrata in vigore della tassazione al 58,5% (oltre al 21% Iva) sulle sigarette elettroniche con l’obiettivo di trovare ulteriori fondi per la copertura della seconda rata Imu. In sintesi si vuole anticipare la data dell’omicidio premeditato di un intero settore, che negli ultimi 6 mesi ha visto un crollo del fatturato del 70% a causa del terrorismo mediatico rinfocolato da alcune lobby interessate a distruggere ogni tipo di novità”.