A Chioggia il raid Remiero Un po…di donne
E’ in svolgimento in questi giorni l’iniziativa “Un Po … di donne” che per il terzo anno consecutivo vede protagoniste una quindicina di donne dai 20 ai 60 anni, veneziane e straniere residenti a Venezia, tra cui la campionessa Giovanna Della Toffola, presidente della Canottieri Giudecca. Il gruppo è partito per vogare da Mantova diretto a Venezia lungo i fiumi Mincio e Po e in Laguna con una caorlina a 6 remi, un sandalo a 4 remi ed un bragozzo di appoggio. Nel 2011, in occasione dei festeggiamenti del trentennale della Canottieri Giudecca, il percorso è stato realizzato da Venezia al Delta del Po. Lo scorso anno l’itinerario si è svolto lungo l’antica Litoranea Veneta da Venezia ad Aquileia.
Le donne sono partite il 14 agosto da Mantova e hanno proseguito lungo il Mincio toccando Ostiglia e percorrendo successivamente il fiume Po; hanno quindi sostato a Felonica e Ferrara, per poi raggiungere Crespino, Taglio di Po e Porto Viro. Da qui si sposteranno a Rosolina Mare per raggiungere Chioggia, che sarà l’ultima tappa, ed arrivare a Venezia sabato 24 agosto. Nel pomeriggio di venerdì 23 agosto giungeranno a Chioggia dove troveranno ospitalità all’istituto salesiano “S. Giovanni Bosco” e dove saranno accolte dall’assessore provinciale alla Voga Veneta Lucio Gianni e dai ragazzi della Polisportiva che praticano la Voga alla Veneta.
Assessore Lucio Gianni. “Anche quest’anno la Provincia di Venezia ha dato il suo patrocinio, e tutto l’appoggio che le limitate disponibilità economiche ci hanno permesso, a queste donne che durante le loro ferie lasciano casa e famiglia per effettuare questa manifestazione remiera diventata ormai un momento importante e fisso, quasi “istituzionale”, per la promozione e la rivitalizzazione della Voga alla Veneta. Durante il percorso hanno incontrato associazioni femminili, operatori, autorità e amministratori locali. Sempre vogando, hanno attraversato 260 chilometri di territorio unito dal grande abbraccio dell’acqua, per far conoscere quello che non è un semplice sport ma un segno di cultura, di identità, di appartenenza, di unione e di fratellanza tra popoli, che quotidianamente si trovano a convivere con l’acqua, a confrontarsi, a misurarsi, spesso a lottare per sopravvivere”.