Papa Bergoglio abolisce l’ergastolo e si scaglia contro i reati sessuali

Riformata la giustizia penale vaticana. Il Papa argentino ha sostituito il carcere a vita con la pena della reclusione da 30 a 35 anni. Si tratta di un passaggio epocale. La giustizia del Vaticano era ferma al Codice Zanardelli, adottato nel 1929 all’indomani dei Patti Lateranensi.

Le leggi varate da Papa Francesco con un Motu Proprio sono “in continuità con le azioni intraprese a partire dal 2010 durante il pontificato di Papa Benedetto XVI”, che riguardavano in particolare le misure contro il riciclaggio di denaro e il terrorismo internazionale, ma hanno contenuti più ampi, provvedendo all’attuazione di molteplici Convenzioni internazionali. Nelle nuove leggi penali varate, “il titolo dei delitti contro la pubblica amministrazione è stato rivisto, in relazione alla Convenzione delle Nazioni Unite del 2003 contro la corruzione”. E’ quanto viene evidenziato dalla sala stampa vaticana. La Convenzione prevede sanzioni molto severe a tutela della correttezza dei comportamenti pubblici.

Papa Francesco ha introdotto “un sistema sanzionatorio a carico delle persone giuridiche, per tutti i casi in cui esse profittino di attività criminose commesse dai loro organi o dipendenti, stabilendo una loro responsabilità diretta con sanzioni interdittive e pecuniarie”. È stata varata anche una nuova legge in materia di sanzioni amministrative che, si legge nel comunicato, “ha carattere di normativa generale, al servizio di discipline particolari che, nelle diverse materie, prevedranno sanzioni finalizzate a favorire l’efficacia ed il rispetto di norme poste a tutela di interessi pubblici”.

La riforma prevede una ridefinizione della categoria dei delitti contro i minori tra i quali sono da segnalare: la vendita, la prostituzione, l’arruolamento e la violenza sessuale in loro danno; la pedopornografia; la detenzione di materiale pedopornografico; gli atti sessuali con minori. Si tratta di un importante passo in avanti anche nella lotta contro gli abusi sessuali dal momento che sono sottoposti alle nuove norme non solo tutti gli officiali e dipendenti della Curia Romana ma anche i nunzi apostolici ed il personale di ruolo diplomatico della Santa Sede, nonché i dipendenti di organismi e istituzioni collegati alla Santa Sede indipendentemente dal fatto che si trovino sul territorio dello Stato della Città del Vaticano.

Introdotte anche figure criminose relative ai delitti contro l’umanità, cui è stato dedicato un titolo a parte. Si sono previste, tra l’altro, la specifica punizione di delitti come il genocidio e l’apartheid, sulla falsariga delle disposizioni dello Statuto della Corte penale internazionale del 1998. In conformità con quanto stabilito dal diritto internazionale, è stato previsto il delitto di tortura.