Cividale del Friuli, scoprimento facciata restaurata chiesa Santi Pietro e Biagio
È tornata al suo originario splendore la facciata affrescata della chiesa dei Santi Pietro e Biagio di Borgo Brossana, scrigno d’arte che sorge nei pressi del Tempietto Longobardo, patrimonio dell’Umanità Unesco, a Cividale del Friuli (Ud), e dal cui piazzale antistante si gode una spettacolare vista sul fiume Natisone.
La scoprimento della facciata si terrà martedì 9 luglio 2013, alle ore 18.30, alla presenza del parroco arciprete di Cividale del Friuli e vicario Foraneo, monsignor Livio Carlino, del sindaco di Cividale del Friuli, Stefano Balloch, del restauratore che ha eseguito l’opera di recupero, Stefano Tracanelli, e di rappresentanti della Soprintendenza per i beni storici, artistici, etnoantropologici del Friuli Venezia Giulia, della Provincia e della Regione. Alla cerimonia, allietata dall’esibizione del Gruppo giovanile della Scuola di musica di Povoletto “Euritmia” diretta dal maestro Franco Brusini, è invitata a partecipare tutta la comunità.
Le opere di restauro, finanziate interamente dalla Regione Fvg, che ha messo a disposizione della Parrocchia un fondo di 30mila euro, hanno preso avvio lo scorso mese di maggio. “Si sono rese necessarie – spiega monsignor Carlino – poiché si stava ormai perdendo quasi completamente la possibilità di lettura degli affreschi, esposti per decenni all’azione delle intemperie”. Il complesso sacro restituisce uno spaccato di grande interesse artistico che spazia dal Duecento al Seicento. Le decorazioni della facciata, realizzate tra il 1506 e il 1508, furono completamente coperte da uno strato di bianco nell’Ottocento, perché già al tempo degradare e considerate non più funzionali.
Attorno agli anni Venti del secolo scorso, un primo intervento permise di rimettere in luce gli affreschi, oggetto, in seguito, di altre opere di salvaguardia atte a garantire un consolidamento, seppur minimo, della materia pittorica. Ma è solo col progetto messo a punto di recente che gli affreschi sono stati recuperati in maniera compiuta, nel massimo rispetto delle preesistenze e col più alto rigore scientifico per quanto attiene alle metodologie del restauro. “Ciò è stato possibile grazie alla disponibilità di una buona documentazione fotografica della facciata prima del suo degrado – spiega Tracanelli -. S’è trattato, pertanto, di un recupero filologico”. “Un’opera, questa – sottolinea monsignor Carlino – che oggi permette ai fedeli la lettura degli affreschi i cui soggetti iconografici, a partire dai santi Pietro e Biagio, hanno un ruolo di grande significato nel culto popolare delle nostre genti”.
“Con l’intervento di recupero – fa notare il sindaco Balloch -, si aggiunge un nuovo tassello al ricco patrimonio dalla Città. La chiesa di Borgo Brossana, peraltro, si inserisce in un contesto urbano e naturale di grande suggestione, per la sua vicinanza al complesso del Monastero di Santa Maria in Valle e al fiume Natisone”. Per la valorizzazione della piazza, l’amministrazione comunale ha portato a compimento opere di miglioramento della pavimentazione e degli arredi. “La chiesa, inoltre, è prospiciente l’Orto delle Orsoline, area verde di recente acquisizione sulla quale si attueranno ulteriori interventi di valorizzazione”. Lo spazio urbano in cui è inserito l’edificio sacro rientra in quelli a traffico limitato dal 2012.
Il restauro è stato eseguito sotto la direzione della Soprintendenza per i beni storici, artistici, etnoantropologici del Friuli Venezia Giulia, nella persona di Maria Grazia Cadore, con la consulenza della Soprintendenza di Venezia, nella figura di Angelo Pizzolongo.
La novità sulla paternità artistica degli affreschi
Quanto alla paternità artistica degli affreschi, fa chiarezza la lettura degli inediti quaderni camerati della Parrocchia, proposta da Leonarda Lasaponara nella sua tesi di laurea specialistica sulla chiesa. Ritenuti finora opera giovanile del pittore tarcentino Leonardo Thanner, i dipinti sono assegnati, invece, dalle stesse voci degli annuari a “li maistri che inpenge la fazada”. Il plurale indica almeno due maestri, due personalità distinte, più volte nominati, e meglio specificati quali pittori “della facciata” in due pagamenti: uno del 1506 a “m° [maestro] Zuan des Toschanys per infreschar la fazada de la giesia per chomysion de ly vezini, e uno del 1508 a m° [ maestro] Paulo depentore per resto del pagamento de la fazata”.
http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/cci_new/s2magazine/index1.jsp?idPagina=2968