Detenuti a casa 6 mesi prima e meno detenzioni, nuovo piano svuota carceri

C’è bisogno di far fronte al sovraffollamento delle carceri. Questione di umanità e giusta pena ma anche di bilancio. Il Governo lavora ad un decreto legge mirato, uno “svuota carceri” o come già viene definito un “indulto mascherato”. Obiettivo limitare gli ingressi in carcere e favorire le uscite di chi sta scontando l’ultima parte della pena. Apertura di nuove strutture per poter contare su 4 mila posti entro la fine dell’anno.

Il piano penitenziari targato Anna Maria Cancellieri è in dirittura d’arrivo. Da recuperare almeno 10 mila posti. Ci sono  all’incirca 66 mila detenuti, ben 20 mila in più rispetto alla capienza, anche se l’associazione Antigone ne calcola almeno 30 mila. In particolare quasi 25 mila sono in attesa di giudizio, 40 mila condannati e un migliaio gli internati. Circa 23 mila sono stranieri.

Si sta valutando anche la riapertura di alcune strutture ormai in disuso tra ci Pianosa, che può ospitare 500 persone. Già la prossima settimana Cancellieri potrebbe incontrare il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi per sondarne la disponibilità e per discutere il raddoppio della capienza di Gorgona. 

Obiettivo è evitare il meccanismo delle cosiddette “porte girevoli” con i detenuti che entrano ed escono e, dicono gli esperti, determinano una presenza media in cella di 20 mila persone per soli tre giorni. Il decreto riguarderà i reati minori, cioè quelli che non destano allarme sociale. Per quanto riguarda gli ingressi, si renderà obbligatorio il ricorso alle misure alternative: detenzione domiciliare o affidamento in prova. Per chi invece attende di uscire la scelta è portare da 12 a 18 mesi il residuo pena che i condannati in via definitiva potranno scontare a casa.

A lavoro la commissione guidata dal professor Francesco Palazzo, ordinario di diritto penale presso l’Università di Firenze, che dovrà mettere a punto le modifiche alla legge in tema di depenalizzazione. Un’altra commissione, affidata a Glauco Giostra, componente laico del Csm, si concentrerà sulle misure alternative.

Tra due settimane sarà inaugurato il nuovo carcere di Reggio Calabria che potrà ospitare fino a 318 detenuti. A metà luglio sarà invece la volta di Sassari con una struttura da 465 posti. Entro la fine dell’anno si interverrà poi in altre città: Biella con 200 posti, Pavia con 300, Ariano Irpino con altri 300 e Piacenza con 200.

Il 24 giugno in Parlamento comincerà la discussione sul provvedimento firmato dall’ex Ministro Paola Severino la discussione sulle misure alternative al carcere e la messa alla prova che sospende il processo per chi rischia condanne inferiori ai quattro anni e opta per un percorso di rieducazione ma la Lega Nord ha già ufficializzato il suo ostruzionismo di fronte a quello che definisce “un indulto mascherato” e dunque appare difficile che l’approvazione definitiva possa arrivare in tempi brevi.

Quello di incentivare le possibilità di lavoro per chi si trova dietro le sbarre è uno dei punti chiave per Cancellieri che ha chiesto ai suoi uffici di valutare anche la possibilità di utilizzare le colonie che si trovano in Sardegna. Il problema riguarda però gli stanziamenti, visto che già adesso in molti penitenziari sono stati sospesi i programmi di impiego perché non ci sono i fondi sufficienti.