L’ictus in Calabria dalla fase acuta alla riabilitazione intensiva

Presso l’Istituto Sant’Anna di Crotone se né discusso per due giorni Cinquemila persone l’anno colpite da ictus in Calabria, numeri significativi che inducono a una profonda riflessione sulla necessità di costruire per questi pazienti un percorso riabilitativo efficace che preveda ricoveri appropriati. Ad accoglierli dopo la fase emergenziale dovrebbero essere i reparti post acuzie, come del resto ribadito dall’ordinamento vigente, e non le terapie estensive, come invece spesso accade. C’è bisogno per loro di una riabilitazione intensiva. L’Istituto Sant’Anna di Crotone prende in carico questa tipologia di pazienti direttamente dagli ospedali, accompagnandoli lungo un percorso riabilitativo che si dipana in un continuum terapeutico, che va dal ricovero nella fase post acuzie per la riabilitazione intensiva al completamento della riabilitazione in day hospital. È questo il focus dell’importante convegno scientifico “L’ictus in Calabria dalla fase acuta alla riabilitazione intensiva: up date” tenutosi nella struttura crotonese nelle giornate del 7 e 8 giugno, in collaborazione con Abbot Nutrition. Relatori di chiara fama, provenienti da diverse parti d’Italia, hanno presentato gli studi più recenti sull’ictus e sulla sua riabilitazione, dibattendone con medici ospedalieri e terapisti nel corso delle tavole rotonde che hanno concluso le due giornate di lavoro. Direttore del corso, valido come evento formativo ECM, è stato il professor Giuliano Dolce, responsabile scientifico dell’Istituto Sant’Anna, che ha relazionato sulla riabilitazione dell’emiplegico tra passato e presente. Di particolare interesse la lezione magistrale tenuta in apertura da Antonio Carolei, professore ordinario di neurologia all’Università degli Studi dell’Aquila, che ha trattato “La fase acuta dell’ictus cerebri”, sottolineando la grande rilevanza di una patologia che rappresenta la principale causa di disabilità. Lectio magistralis anche da Domenico Consoli, direttore U.O. di Neurologia e Stroke Unit P.O. di Vibo Valentia, che ha trattato “La terapia trombolitica nell’ictus cerebrale ischemico. Quali regole? Quali evidenze? Quale organizzazione hic et nunc?”. Per Consoli è opportuno creare in Calabria un modello operativo in rete che riesca a ridurre sensibilmente i casi di morte di un numero elevato di pazienti colpiti da ictus. L’appropriatezza del percorso riabilitativo è stata quindi trattata dal professor Maurizio Iocco, direttore dell’U.O. di Medicina Fisica e Riabilitativa dell’A.O.U. Mater Domini di Catanzaro che ha posto l’accento sulla difficile situazione della Calabria, dove un percorso unico riabilitativo dall’ictus viene da lontano, ma dove c’è ancora molto da lavorare per raggiungerlo. Il progetto riabilitativo deve avere un continuum, tra strutture che si coordinano tra loro per raggiungere il miglior risultato. È molto grave, secondo Iocco, che un paziente rimanga per lunghissimo tempo nell’ospedale che l’ha preso in carico nell’immediatezza dell’evento e non sia trasferito nei tempi giusti in un reparto di post acuzie capace di offrire il trattamento più adeguato per il suo recupero. Infine, gli aspetti metodologici e applicativi relativi all’appropriatezza organizzativa sono stati approfonditi da Quinto Tozzi, dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali di Roma.