Napoli, Equitalia chiede 40 milioni a rate a Diego Armando Maradona

Disponibilità a rateizzare il debito dello sportivo e dunque possibilità di tornare in Italia senza paura di nuovi pignoramenti, finché sarà in regola con i pagamenti.

La sua è una disputa che va avanti da oltre venti anni. Le prime tensioni tra il Pibe De Oro e il fisco risalgono agli inizi del 1990. Poi nel 1999 arriva dagli ispettori una contestazione ufficiale. Tra il 1985 e il 1991 Maradona non avrebbe dichiarato tutti i suoi redditi. Il conto presentato allora fu di 60 miliardi di vecchie lire tra imposte evase, sanzioni e interessi di mora, poi rideterminato in circa 40 milioni di euro.

Se il debito è inferiore a 20 mila euro basta una semplice domanda a Equitalia e si ottiene la rateizzazione. Se il debito supera i 20 mila euro bisogna presentare anche l’Isee (indicatore che attesta la situazione economico-finanziara del soggetto). La procedura normale prevede che la dilazione del pagamento possa durare fino a un massimo di 6 anni per 72 rate mensili. E’ prevista anche la proroga di altre 72 rate. Nel momento in cui un contribuente chiede e ottiene una rateizzazione, Equitalia non attiva più le procedure contro il soggetto e quindi nel caso di Maradona potrà tornare in Italia finché resterà in regola con i pagamenti rateali.

Non si è fatta attendere la risposta di Maradona. “L’ufficio stampa di Equitalia sogna ad occhi aperti e confonde le difese con le rateizzazioni, di sicuro più convenienti. Solo alle casse della stessa Spa, essendo veri e propri leasing, spacciando addirittura ipotesi di rateizzazione di un debito inesistente e mai richiesta, senza comunicare che il confronto sulla persecuzione a Maradona riguarda solo la giusta e fondata istanza di annullamento indebite pretese in autotutela come previsto da leggi in italia dimenticate”.

E’ quanto afferma l’avvocato Angelo Pisani, legale dell’ex calciatore Diego Armando Maradona.