Udine, un video delle quindicenni in un bar insieme a Mirko Sacher poche ore prima del delitto

Lo ha mostrato in esclusiva Sky Tg24. Importante perché avvalora la tesi che le due ree confesse dell’omicidio, fossero da sole e senza complici, almeno prima del delitto. Il tutto mentre trapelano indiscrezioni sull’autopsia. Il cadavere ha due costole rotte. La morte sarebbe dovuta non solo a soffocamento ma anche a schiacciamento. Secondo voci raccolte in ambienti investigativi, una ragazza gli teneva le mani sul collo dalle spalle e l’altra gli è saltata addosso dal davanti. Forse mentre l’uomo era a terra. Una ricostruzione “terribile”.  Mirko Sacher “sicuramente non è morto di morte naturale” quindi “ci troviamo davanti ad un decesso che sicuramente è avvenuto per cause estranee e quindi dovuto a terzi”, ma “per sapere di più dobbiamo attendere la relazione completa”, ha detto il procuratore dei Minori a Trieste, Dario Grohmann, commentando l’autopsia.

Dovrà essere effettuato un esame autoptico sul cuore dell’anziano per stabilire esattamente la causa del decesso, elemento in base al quale il capo di imputazione può essere omicidio volontario o preterintenzionale.

E’ possibile che la carta, custodita nel portafogli che l’uomo teneva in auto, gli sia stata sottratta con la forza dalle due minorenni. Negli ultimi tempi sarebbero stati numerosi i prelievi effettuati.

E c’è anche un autovelox che “fotografa” la vettura con le ragazze a bordo.

Giovedì le due ragazzine saranno sentite, per l’udienza di convalida del provvedimento di fermo, nella struttura protetta triestina dove si trovano da giorni e a quel punto il quadro potrebbe essere completato. Le due ragazzine hanno raccontato di aver preso l’auto dopo l’omicidio e aver guidato per oltre un’ora. Quindi la corsa in autostrada, la sosta in area di servizio e poi l’autostop fino a Vicenza, il ritorno in treno fino a Venezia Mestre, l’incontro con due ragazzi che le convincono a costituirsi ai Carabinieri di Pordenone, con il capitano Marco Campaldini che raccoglie le prime dichiarazioni.

E poi a “tingere” il giallo due testimonianze che riferiscono il “racconto” delle giovani. “Sembrava di essere nel GTA, il videogame. Ci siamo sentite come l’eroe del gioco”. Gli sviluppi che stanno avendo le indagini della Squadra Mobile di Udine, diretta da Massimiliano Ortolan, delineano uno scenario che, con il passare delle ore, fa tramontare sempre più l’ipotesi del tentativo di violenza da parte di Sacher. Chi lo conosce continua a difenderlo, lo definisce solo e riservato ma sempre disponibile con tutti, soprattutto con una delle quindicenni che considerava una nipote. Tanto da essere solito a favori e doni, a lei come all’amica. Del resto è difficile violentare due ragazzine insieme e comunque avrebbe potuto farlo a casa sua, dove sono state ospiti a pranzo dopo una mattina trascorsa insieme, perché tentare uno stupro in un luogo pubblico? Oscuro ancora è il movente di tanta efferatezza nei confronti di una persona che, secondo quanto sembra finora, era loro affezionata.