Dovremmo solo vergognarci

Noi italiani il lunedì mattina al bar mentre sorseggiamo un caffè amiamo fare quattro chiacchiere che spaziano dallo sport, cioè dal bellissimo goal di Dinatale ai nostri nostri cari amatissimi politici, ai quali in verità riserviamo con molto calore e trasporto le maledizioni più grandi….. ma la verità è che noi siamo un popolo di pecoroni perché sappiamo solamente lamentarci e se c’è pericolo siamo capaci di nasconderci anche dietro un dito; inoltre anche capaci di dire che il sud italia è mantenuto dal nord italia ( non preoccuparti non è un errore) e quindi riempirci d’insulti. I nostri parlamentari sono 630 deputati e 315 senatori per un totale di 945 parlamentari e hanno tantissimi privilegi è vero, ma vediamo quanti sono negli USA ! Sono 100 e 410, in Spagna gli onorevoli sono 350.

I nostri Eurodeputati sono i più pagati d’Europa: € 144.084 !!

Lo stipendio medio dei dipendenti parlamentari:

112.071 euro per la Camera,

115.419 per il Senato.

 Gli altri Europarlamentari:

Austria 106.583, Olanda 86.125, Germania 84.108, Irlanda 82.065,  UK 81.600 € (Regno Unito) Belgio 72.017, Danimarca 69.264, Grecia 68.575,  Lussemburgo 66.432, Francia 62.779, Finlandia 59.640 , Svezia 57.000, Slovenia 50.400, Cipro 48.960 , Portogallo 41.387, Spagna 35.051, Slovacchia 25.920, Rep. Ceca 24.180, Estonia 23.064, Malta 15.768, Lituania 14.196, Lettonia12.900, Ungheria 9.132, Polonia 7.369: 20 volte in meno dell’italiano L’UE proponeva 7.000 € (84.000 annui) più tutte le spese.

Sapete come sono chiamati i nostri eurodeputati? Gli eurodeputati italiani vengono chiamati all’estero FATCAT(gatti ripieni).

L’indennità parlamentare non esaurisce la retribuzione: sono circa € 252.000 per i deputati e € 255.000 per i senatori, all’anno che comprende: diaria, rimborso spese di soggiorno trasporto, telefoniche, altre esenzioni, altre gratuità/privilegi e benefit mai smentiti.

Viene riconosciuta, a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma. La diaria ammonta a 4.003,11 euro mensili. Tale somma viene ridotta di 206,58 euro per ogni giorno di assenza del deputato da quelle sedute dell’Assemblea in cui si svolgono votazioni, che avvengono con il procedimento elettronico. È considerato presente il deputato che partecipa almeno al 30 per cento delle votazioni effettuate nell’arco della giornata. Rimborso spese di soggiorno a Roma e rimborso per spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori A titolo di rimborso forfetario per le spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori, al deputato è attribuita una somma mensile di 4.190 euro, che viene erogata tramite il gruppo parlamentare di appartenenza.

Spese di trasporto e spese di viaggio I deputati usufruiscono di tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima ed aerea per i trasferimenti sul territorio nazionale. Per i trasferimenti dal luogo di residenza all’aeroporto più vicino e tra l’aeroporto di Roma-Fiumicino e Montecitorio, è previsto un rimborso spese trimestrale pari a

.323,70 euro, per il deputato che deve percorrere fino a 100 km per raggiungere l’aeroporto più vicino al luogo di residenza, ed a 3.995,10 euro se la distanza da percorrere è superiore a 100 km. I deputati, qualora si rechino all’estero per ragioni di studio o connesse all’attività parlamentare, possono richiedere un rimborso per le spese sostenute entro un massimo annuo di 3.100,00 euro.

Spese telefoniche I deputati dispongono di una somma annua di 3.098,74 euro per le spese telefoniche. La Camera non fornisce ai deputati telefoni cellulari.

Assistenza sanitaria Il deputato versa mensilmente, in un apposito fondo, una quota del 4,5 per cento della propria indennità lorda, pari a 559,54 euro, destinata al sistema di assistenza sanitaria integrativa che eroga rimborsi secondo quanto previsto da un tariffario.

Assegno di fine mandato Il deputato versa mensilmente, in un apposito fondo, una quota del 6,7 per cento della propria indennità lorda, pari a 833,10 euro. Al termine del mandato parlamentare, il deputato riceve l’assegno di fine mandato (indennità transitoria) che è pari all’80 per cento dell’importo mensile lordo dell’indennità, per ogni anno di mandato effettivo (o frazione non inferiore ai sei mesi).

Assegno vitalizio Anche in questo caso, il deputato versa mensilmente una quota – l’8,6 per cento, pari a 1.069,35 euro – della propria indennità lorda, che viene accantonata per il pagamento degli assegni vitalizi, come previsto da un apposito Regolamento approvato dall’Ufficio di Presidenza il 30 luglio 1997. In base alle norme contenute in tale Regolamento, il deputato riceve il vitalizio a partire dal 65° anno di età. Il limite di età diminuisce fino al 60° anno di età in relazione agli anni di mandato parlamentare svolti. Lo stesso Regolamento prevede la sospensione del pagamento del vitalizio qualora il deputato sia rieletto al Parlamento nazionale ovvero sia eletto al Parlamento europeo o ad un Consiglio regionale. L’importo dell’assegno varia da un minimo del 25 per cento a un massimo dell’80 per cento dell’indennità parlamentare, a seconda degli anni di mandato parlamentare.

Il vitalizio è un assegno mensile e non una pensione. Tra Camera e Senato, per gli assegni vitalizi si spendono 180 milioni di euro, vale a dire quasi 360 miliardi di lire ogni anno. I dati sono pubblici ma la Camera non li fornisce; tra i 2000 pensionati tanti sono i cinquantenni che hanno diritto o avranno diritto a 14 milioni lordi al mese, addirittura c’e’ un quarantenne. Il vitalizio non e’ una pensione e quindi può cumulare con altre pensioni o stipendi.

Verrebbe naturale dire: Vergognatevi… tutti questi privileggi! Ma perché questi furboni dovrebbero vergognarsi e di cosa, quando gliel’abbiamo concesso noi? Semmai dovremmo vergognarci noi che non facciamo nulla ma proprio nulla oltre a lamentarci mentre dovremmo far valere il nostro potere. Quindi non votate più nessuno e mandateli tutti affanculo! Per non soccombere a una massa di idioti.