Vinitaly, fare scelte giuste per il comparto ed il Paese

Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania, ha inaugurato oggi la 47° edizione di Vinitaly, il Salone internazionale del vino e dei distillati di Verona.

“Vinitaly – ha commentato il Ministro – celebra il vino, un prodotto che gioca un ruolo fondamentale per il nostro Made in Italy agroalimentare e che, senza il lavoro e le capacità dei nostri agricoltori, non esisterebbe. La città di Verona e la sua fiera hanno una funzione importante e bisogna collaborare con tutte le istituzioni e gli operatori affinché entrambe continuino ad avere questo ruolo, a beneficio di tutto l’agroalimentare italiano”.

“Ieri – ha proseguito il Ministro – il Consiglio dei ministri ha varato un provvedimento importante, frutto del lavoro intenso che il governo Monti ha portato avanti insieme all’UE,  mirato a trovare una soluzione possibile ad una situazione critica e difficile. Una via d’uscita, sebbene parziale, è stata trovata, cominciando così a risolvere una situazione che si protraeva da troppo tempo”.

“Un risultato da salutare con soddisfazione, – ha affermato il Ministro – come con soddisfazione ricordo quanto avvenuto nel 2008, quando ci fu la riforma politica viticola a Bruxelles. Penso che allora sia stata fatta una scelta vincente, che ha consentito di trovare un equilibrio di mercato, mettendo in contatto la domanda con l’offerta e riuscendo a dare una remunerazione a tutte le parti della filiera. Faremmo un errore se volessimo tornare indietro. Dobbiamo invece stare attenti a salvaguardare quest’equilibrio tra domanda e offerta che è fondamentale per il benessere del settore”.

Un altro argomento importante affrontato dal Ministro è stato quello sull’individuazione delle linee di spesa per il comparto per i Paesi membri. “Questi sono aspetti strategici, – ha affermato – La scelta UE di dare stanziamenti significativi per la ristrutturazione dei vigneti ci ha inoltre permesso di avviare un percorso positivo di rinnovamento”.

“Va detto, comunque, – ha sottolineato il Ministro – che nel 2008 la riforma ha lasciato anche aspetti meno positivi, come la questione dei diritti di impianto. Su quest’ultima, abbiamo lavorato nell’ultimo anno e mezzo e possiamo dire con soddisfazione che oggi il problema è alle spalle e che siamo stati in grado di convincere la commissione UE e i partner più riluttanti. Nel 2015 non ci sarà, quindi, la fine del sistema vincolato. Si manterrà la regimentazione del vigneto europeo evitando così ricadute negative anche sul territorio”.

Per quanto riguarda, poi, i negoziati per la riforma della PAC, il Ministro ha affermato. “Risultati significativi per tutto il comparto sono stati raggiunti, come la conferma della dotazione di spesa. Potremo fare altri passi in avanti anche nella promozione, ma dobbiamo imparare a evitare dispersioni e frammentazioni per impattare in modo più efficace sui mercati di riferimento. In una prospettiva futura, dobbiamo continuare a puntare sull’elemento geografico e sulla necessità di mantenere il legame indissolubile tra territorio di origine e prodotto: le denominazioni devono puntare su questo e non sui nomi dei vitigni”.

«Non possiamo dimenticare, tuttavia, – ha aggiunto il Ministro – che la parte fondamentale del lavoro va comunque operata a livello nazionale e, in questo senso, dobbiamo affrontare il problema della burocrazia. Il governo Monti è riuscito, tra mille difficoltà, ad avviare un percorso di riforme, ma il caso delle province è emblematico delle resistenze incontrate. Per uscire dalla crisi servono delle scelte di fondo da parte delle forze politiche, necessarie per andare oltre il momento difficile che stiamo vivendo. A questo proposito, ritengo che un risultato importante sia stato quello relativo all’articolo 62. Ma penso pure a riforme relative alle rinnovabili, che offrono anche alle imprese viticole delle possibilità interessanti”.

“L’agricoltura italiana – ha concluso il Ministro – ha dimostrato di essere, nonostante la crisi e le difficoltà, un comparto fondamentale per il nostro Paese e dobbiamo difendere il modello del nostro agroalimentare puntando sulla valorizzazione delle imprese, la capacità di stare sul mercato e di vincere a livello internazionale grazie alla grande qualità che è capace di esprimere”.