Il Cagliari abbandona l’Is Arenas

La disdetta è stata inviata tramite comunicazione a mezzo Pec dal Cda del Cagliari anche a tutte le autorità competenti e alla Lega Calcio di A. Nella disdetta al Comune di Quartu, il club del presidente Massimo Cellino, agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sui lavori dello stadio, denuncia il clima di ostilità creato dal Comune quartese e il fatto che una precedente lettera di buone intenzioni non era stata recepita. “La collaborazione offerta dal Cagliari – è scritto nel testo – ha alimentato sospetti ed è stata interpretata come un segnale di debolezza e ammissione di colpe non imputabili al club”.

Sabato scorso il Cagliari non aveva ottenuto dalla commissione comunale di vigilanza l’autorizzazione all’ingresso di un numero di tifosi inferiore a 5 mila e la partita contro la Fiorentina, vinta dai rossoblu, è stata giocata a porte chiuse, come le precedenti, in assenza dell’agibilità definitiva dello stadio. “Il dovere di evitare ulteriori irreparabili danni alla nostra azienda – afferma il Cda – ci impone l’obbligo di ricercare, seppur tardivamente, soluzioni alternative, con l’augurio che altri innocenti di ambo le parti non debbano essere chiamati a rispondere di infondate accuse”.

Il riferimento è all’inchiesta della procura di Cagliari per falso e peculato che dal 29 novembre scorso si è abbattuta prima sui tecnici del comune di Quartu e sul titolare dell’impresa che avevano lavorato alla costruzione dello stadio e poi, il 14 febbraio scorso, sulla società con l’arresto di Cellino (ai domiciliari ad Assemini, dopo alcuni giorni in carcere), assieme al sindaco di Quartu e all’assessore comunale ai Lavori pubblici, Stefano Lilliu.