La Pasqua negli Anni ’30 vista da Alfonso Galasso, la Palma

 “Agnus Dei – Riti pasquali in Calabria” del poeta e scrittore Alfonso Galasso ( Cutro 1896 – 1967) ed edito da G. Cafaro di Lecce nel 1935. In questo opuscolo si ripercorrono i momenti della Settimana Santa, dalla Domenica delle Palme alla Domenica di Resurrezione  vissuti dalla gente di Calabria negli Anni ’30.     “La Calabria, sempre prima, cristiana fra i cristiani. Ce lo afferma, molto opportunamente, un poeta di alto grido di nostra terra, Peppino Casalinuovo, quando in una smagliante orazione ci dice: “Qui si nasce nel nome di Cristo e si muore nel nome di Cristo”. E da buoni cattolici, noi attendiamo umilmente questa festa grande che dà pace al nostro spirito, tregua alla nostra fatica, calore alla nostra anima. Ed il rito si compie in odore di santità. Precede annunciatrice della festa che viene, quella delle Palme – il rito dell’olivo benedetto, simbolo della pace. Con quale mistico gaudio il nostro contadino attende a questa festa, che benedice con l’ulivo il suo grano giovanissimo e che gli schiude il cuore alla speranza che ‘tutti pensan frutti opulenti, se a Dio piaccia’. Ed eccoli questi uomini della vanga e dell’aratro, sbucare da ogni angolo silvestre, uscire dalle loro case coloniche carichi di fasci d’ulivo. Altri portano in trionfo la palma. E con l’ulivo formano le loro croci che vanno a piantare nel mezzo del loro campo, mentre tutti ‘levano al cielo le orazioni’. Le chiese, squillanti delle campane, li chiamano, con le loro donne, a raccolta. Vanno tutti carichi del fardello verde e della loro palma scanidata senza dattero. La chiesa è presto trasformata in un bosco fluttuante d’ulivo. Presto la folla dei fedeli invade ogni angolo, rigurgita dappertutto, straripa fuori sul sagrato; dilaga sulla piazza del tempio. E la selva verde s’infittisce sempre più; ondeggia ovunque: ogni cosa s’incornicia in una magnifica visione agreste che ha del folklorico. Ora, ecco il sacerdote dall’aspersorio gocciolante, si apre la via nel bosco d’ulivo. Il gran mare si agita veemente, s’ingrossa, s’innalza. Tutti sollevano il fascio del loro ulivo; le loro palme intrecciate a mo’ di croci o di panierini. Il sacerdote salmodiando in grigio piviale, incede nel folto del bosco. Tutti gli fanno ressa da torno: vogliono che il proprio ulivo sia colto in pieno dagli spruzzi dell’acqua lustrale, perché questa possa inondare della sua soprannaturale bontà le messi ed aprirle ad un rigoglio pieno e vigoroso. Il ministro di Dio asperge! La folla si prostra! L’ulivo è benedetto: la pace torni nei cuori. La palma è santificata: il cuore trabocca dalla gioia. ‘…Benedictus qui venit in nomine Domini – Osanna in excelsis..’” (Alfonso Galasso)