Palermo, pacco bomba per sovrintendente del carcere Pagliarelli

L’ha portato a casa e l’ha aperto, accorgendosi della presenza di un ordigno, che non è esploso. Si sarebbero azzerate le batterie a causa del lasso di tempo troppo lungo trascorso tra la spedizione e la sua apertura. La vicenda, che risale al 22 gennaio scorso, è stata resa nota dal vice segretario generale dell’Osapp, Mimmo Nicotra. “Il sovrintendente al quale era destinato – ha detto – stava trascorrendo un periodo di ferie. Quando è tornato in servizio, pensando che il sindacato, al quale peraltro non è iscritto, gli avesse spedito un’agenda, l’ha portato a casa. Quando si è accorto dell’ordigno ha chiamato gli artificieri”.

“Questo episodio è molto grave – afferma Nicotra – e prima che in Sicilia si torni indietro di decenni lo Stato deve porre in essere immediati correttivi al sistema penitenziario prevedendo da subito l’incremento di personale di polizia penitenziaria ed un progressivo sfollamento delle strutture penitenziarie. Questa volta si può parlare fortunatamente di un pacco bomba inesploso, ma fino a quando si potrà contare solo sulla buona sorte?”.