Shoah

A giorni, ed esattamente il 27 gennaio ricorrerà il giorno della “ memoria” scelto per commemorare il più grande dolore del genocidio perpetrato da bestie in sembianze umane nei confronti di donne, uomini, giovani e vecchi, bambini, di razza ebraica. Personalmente anni addietro ho potuto toccare con mano visionando la mole documentaria inviatomi dai maggiori campi di sterminio affinché io potessi organizzare avendo avuto anche l’appoggio ed il sostegno dell’ A.N.E.D. della città di Udine dove risiedo. E non solo ma anche la collaborazione del Terzo Canale Rai di Trieste, una mostra itinerante sui campi di sterminio, denominata allora “ LA SHOAH “alla quale per mio grande onore partecipò attivamente alle conferenze che si sono tenute la mia grande amica Rosa Cantoni leggendaria sopravvissuta di cui ancora conservo memoria e riconoscenza. Questo evento è uno spaccato di storia che ci fa vergognare di appartenere al genere umano, quindi non può essere cancellato ne lo deve essere, ma fallo diventare monito, conoscenza, affinché non si ripeta più. Fu in questa data: 27 gennaio che i soldati sovietici fecero il loro ingresso ad AUSCHWITZ scoprendo così la fabbrica del terrore e della morte made in Germania. Affianco ad Auschwitz nacquero i campi di Birkenau e Monowitz è sulle banchine di quei terminal che bestie in sembianze umane decidevano chi dovesse vivere o morire, una selezione crudele che sceglieva chi poteva essere utile alla grande Germania e quindi avviato ai campi di lavoro e chi invece con la sua eliminazione poteva esserlo ugualmente. Ogni giorno venivano gassati e cremati nei forni crematoi fino a 15.000 persone … erano persone e non legna! I sopravvissuti in realtà non erano mai usciti da quei campi, e quindi non amavano parlarne poiché era un dolore che gli apparteneva, un dolore che tenevano vivo alimentandolo con gli incubi, con i ricordi, con la ricerca e il contatto con  altri sopravvissuti. Ho avuto il piacere e l’orgoglio di essere ricevuto anche se per pochissimi attimi da Primo Levi. Da quella stretta di mano la mia vita cambiò in maniera irreversibile, da quell’incontro di poche parole avendoci detto tutto con gli sguardi. Mi fanno paura quegli uomini che “negano” pubblicamente che ciò sia accaduto come Ahmadinejad che ha definito l’eccidio di sei milioni di esseri umani un grande “ inganno” come pure il sottobosco dei neonazisti, i naziskin. Che dire di più oltre di pregare per tutte quelle anime nel vento, perché non si verifichino altri genocidi che attualmente si sono verificati in Gambogia, Ruanda, Kosovo niente è però paragonabile alla Shoah che è e rappresenta il più grande crimine del ventesimo secolo e l’unico mezzo per evitare  che nuovamente si verifichi una nuova Shoah consiste nel vivere nella memoria, per lasciare un messaggio alle nuove generazioni, per quei tanti che non sanno, per la stragrande maggioranza che non vuole sapere o per chi non vuole credere! Ma  SHOAH oltre che memoria significa principalmente “ annientamento, sterminio “ Non dimentichiamocene.