Vibo Valentia, omicidio di Davide Fortuna arrestati Vasvi Beluli, Sebastiano Malavenda e Salvatore Callea

Svolta nell’indagine relativa all’assassinio di un giovane vibonese brutalmente freddato in spiaggia tra la folla mentre era al mare con la famiglia. L’episodio di sangue risale al 6 luglio. A cadere sotto i colpi del sicario Davide Fortuna nell’ambito della faida che insanguina la Calabria centrale. Vasvi Beluli, detto “Jimmy il Macedone”, ha confessato di essere il killer. Residente a Canino, nel Viterbese, è ritenuto un sicario di Salvatore Callea da Oppido Mamertina, assoldato dagli eredi del defunto Fortunato Patania. Alla notifica del fermo d’indiziato di delitto a suo carico, per altri delitti legati alla sanguinaria faida Stefanaconi-Piscopio, ha ammesso il delitto. Vasvi ha riferito che Davide Fortuna lo volevano morto i Patania, che pagarono per farlo fuori. Beluli sparò con una pistola calibro 9 parabellum rubata il 3 gennaio del 2009 ad un poliziotto in servizio alla Questura di Alessandria. Sparò col volto semi travisato da un paio d’occhiali in tenuta da bagnante. Sapeva che l’obiettivo da eliminare aveva un grande cerotto sulla spalla. Glielo avrebbero detto “Franco e Peppe”, Francesco Alessandria e Giuseppe Patania. Anche l’accompagnatore ha un nome. Si chiama Sebastiano Malavenda, 27 anni, residente a Reggio Calabria. Malavenda guidava lo scooter, Beluli scese dal mezzo, fermatosi col motore acceso sul ciglio della strada di via Arenile. Poche decine di metri per raggiungere Davide Fortuna, poi l’esecuzione, il panico, il tentativo disperato della moglie della vittima di inseguire e bloccare il sicario. Un tentativo dissuaso dai colpi esplosi in aria dallo stesso Malavenda, per coprire la ritirata del killer straniero. Vasvi Beluli confessa e, assieme a Sebastiano Malavenda e Salvatore Callea, è destinatario dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Maria Rosaria Di Girolamo su richiesta del pm antimafia Simona Rossi, dell’aggiunto Giuseppe Borrelli e del procuratore capo di Catanzaro Antonio Vincenzo Lombardo.