L’ebook di Enrica Rivello

In occasione dell’uscita dell’ebook “DEL DIRE E FARE PAROLE. LA COMPETENZA LESSICALE A SCUOLA”, Scaricabile al costo di 4 euro dal link http://www.ilglifo.it/vediLibroSpecifico.aspx?id=1014, CASA EDITRICE IL GLIFO EDIZIONI ELETTRONICHE, abbiamo deciso di intervistare l’autrice, Enrica Rivello, che conosciamo da un po’ di tempo. Docente preparata, che crede ancora nel suo lavoro, sebbene la scuola italiana non stia vivendo un momento facile. Predisposta al dialogo, attenta, aggiornata segue i suoi studenti con amore. Esige la disciplina e cura la formazione dei discenti scrupolosamente. Chi e’ Enrica Rivello? Enrica Rivello è nata a Vibo Valentia nel 1973. Nel 1998 si è laureata in lettere classiche con indirizzo archeologico presso l’Università degli studi di Pisa. Per molti anni ha collaborato con diverse Soprintendenze archeologiche, università ed accademie pubblicando articoli di carattere scientifico. Dal 2000 ha spesso affiancato l’attività di archeologa a quella di insegnante (precaria) nelle scuole secondarie superiori. Nel 2000, tramite concorso, si abilita all’insegnamento di materie letterarie e dal 2007 è insegnante di ruolo nelle scuole medie inferiori. Ad aprile 2012 consegue la laurea magistrale in Scienze della Comunicazione presso l’Università di Roma Tre, con una tesi in Linguistica italiana. Ha un blog dal titolo “Il piglio del prof !” e da qualche mese collabora con il magazine on line “Caffè news”. Da dove nasce l’idea del tuo libro? Principalmente dalla passione per il mio lavoro, dall’osservazione constante delle nuove generazione ed in particolare dei ragazzi che concludono il primo ciclo di studi. Come docente spesso mi sono chiesta perché ragazzi così aperti, veloci, definiti da qualcuno “nativi digitali” o come direbbero loro “smart and easy” hanno così tanta difficoltà a comunicare bene, in modo chiaro, diretto, senza fraintendimenti. Hanno il terrore delle “verifiche” orali solo perché “non trovano le parole” o se le hanno non le possiedono fino in fondo. Allora, di chi è la colpa, se c’è una colpa? Da dove ha origine un tale deficit linguistico, una tale povertà lessicale se hanno un accesso pressoché illimitato a tutti i mezzi di informazione? Nel libro, tento di dare alcune risposte e devo ammettere che dai risultati delle ricerche effettuate, le agenzie educative non credo possano dormire “sonni tranquilli”. Perche’ bisognerebbe acquistarlo? Il libro è un saggio diretto principalmente ai docenti delle scuole medie e superiori, di tutte le discipline (la didattica del lessico è trasversale) che hanno voglia di confrontarsi e discutere metodologie. Ma è anche un libro curioso, perché parte da una ricerca fatta su studenti di due scuole medie romane (periferia e centro), che sono stati sottoposti allo stesso tipo di test di alcuni studenti universitari. Devo dire che i risultati non si discostano tantissimo. Sono esilaranti e tragicomici allo stesso tempo; direi un minuto di silenzio per la scuola italiana. Un giudizio sulla scuola italiana Vorrei appellarmi al Quinto Emendamento e non rispondere, ma non per codardia o vigliaccheria, anzi.. Nel libro ne parlo ed anche a lungo, esprimendo in modo chiaro ed inequivocabile il mio pensiero. Posso solo dire che ci sarebbe bisogno di fermarsi, mettere la prima e ripartire. La scuola italiana è lenta e immobile ed il mondo, fuori dalle mura crepate dei nostri edifici, corre veloce. Non sto parlando solo di innovazioni tecnologiche, ma di sistema istruzione nel suo complesso e quindi anche di didattica che andrebbe rivisto, snellito, adeguato ai tempi. In questo momento tutto il sistema si regge su un fragile equilibrio, tenuto su da tutti quei docenti, dirigenti e amministrativi, motivati solo dalla propria passione e dallo spirito di dovere, da compiere fino in fondo. Che cambiamenti ha subito la lingua Italiana durante il corso degli ultimi anni? Beh, l’argomento sarebbe troppo complesso da racchiudere in poche righe, ma come dico nel libro, la lingua è in continuo divenire (e guai se non fosse così) e la linguistica è a tutti gli effetti una scienza sociale. Le parole non sono usate tutte allo stesso modo e con la stessa frequenza dai parlanti di una comunità, ma è anche vero che ciascun individuo è parte integrante di una collettività che a livello linguistico determina l’uso, la frequenza ma anche il depauperamento delle parole. Quindi con il mutare della società, con i cambi generazionali e le trasformazioni sociali in atto, anche il lessico deve cambiare, evolversi, adeguarsi, così come il modo di approcciarsi ad esso, usarlo e memorizzarlo. Una lingua che non cambia, che non si “sporca” con prestiti, che non accetta il disuso, che resta inchiodata ad una realtà non più attuale, che non si studia, è una lingua morta. Un augurio a te stessa Tanti auguri a me stessa, ma quello che mi auguro più di tutti è di riuscire a contribuire con il mio lavoro a migliorare lo stato delle cose, perché, come diceva qualcuno più importante di me: “Occorre compiere fino in fondo il proprio dovere, perché in questo sta la vera essenza della dignità umana”. Tanti auguri anche alla scuola italiana, fatta di professionisti, affinché si rendano conto di essere attori co-protagonisti di una bella sceneggiatura: il futuro del Paese Italia. Un augurio all’Italia Vorrei dedicarle una parola, visto che di questo si parla, o meglio un verbo in forma riflessiva: RIDESTARSI