Colleferro, sequestrato stabilimento Italcementi. L’azienda verso l’adeguamento

Il gruppo industriale italiano si difende dopo il sequestro dello stabilimento in provincia di Roma, per violazione delle norme sulle emissioni nocive. “I sigilli sono stati posti a “punti di emissione che non riguardano il principale processo di combustione, ma alcune fasi secondarie dell’attività produttiva. Il provvedimento riguarda l’adeguamento geometrico di alcuni punti di emissione alle normative europee. Adeguamento che è già in corso di realizzazione da alcune settimane e per gran parte dei punti in questione già completato”.

Secondo i rilievi dell’Arpa, sui quali si basa il provvedimento del gip, 14 camini utilizzati dal cementificio sui 36 campionati non sarebbero a norma. Il gip ha dato dieci giorni di tempo all’azienda per regolamentare le emissioni. Se Italcementi non rispetterà la scadenza verrà ordinato il distacco dell’energia elettrica.

Nel decreto di sequestro preventivo si spiega come “il protrarsi di tale situazione costituisca fonte di pericolo generale per gli scarichi in atmosfera”. Il giudice per le indagini preliminari ha ritenuto necessario il sequestro poiché “‘vi è il concreto pericolo che la libera disponibilità da parte dell’indagato dello stabilimento possa aggravare o protrarre le conseguenze del reato connesso o consentire la reiterazione dello stesso o di altri reati”.

Il sequestro dello stabilimento Italcementi di Colleferro “preoccupa”, tra dipendenti e indotto, circa 500 addetti.  Il primo cittadino di Colleferro, Mario Cacciotti, ai media dichiara che “seppure la produzione non è ferma, questo episodio potrebbe procurare danni a gran parte di loro. Esprimo perciò solidarietà ai lavoratori e chiedo all’azienda di provvedere immediatamente a quanto richiesto per togliere i sigilli e tornare alla normalità”.