Adriano Celentano rende omaggio a Lucio Dalla

Ancora un successone per il Molleggiato che dopo Yuppi-Du cede alla tentazione del monologo. Teorizza la necessità dello “scatto”, quello che serve per una “rivoluzione che cambi le nostre vite”, “sembra utopia ma è proprio fra le pieghe dell’utopia che si nasconde il segreto per risolvere la crisi”, perché “è ridicolo pensare che tutto il casino che sta succedendo nel mondo sia riconducibile a meschine speculazioni economiche”. Tutti uguali, dice “quelli lassù che hanno avuto il 99% di sconto e questi davanti, che per il biglietto si sono venduti la casa”. Poi, “finito lo spettacolo, torneremo a casa, soli”, perché “stare insieme significa essere legati da qualcosa che ci tiene uniti anche quando siamo soli, è questo che i politici non hanno capito, invece siamo tanti pezzi di un motore che non trovano assemblaggio”. “C’è la possibilità di ricostruire il patrimonio dell’Italia, perché è di questo che abbiamo bisogno per non sentirci slegati l’uno dall’altro. E stavolta, sentite cosa vi dico, anche i ricchi ci daranno una mano. Alcuni ricchi come Leonardo Del Vecchio della Luxottica, Benetton, Prada, lo stesso editore di questa trasmissione che è grazie a lui che si è potuta fare, i padroni della Fiat”.

Un saluto a Lucio Dalla. L’omaggio quando fa il suo ingresso sul palco Gianni Morandi. Standing ovation del pubblico, Morandi canta Caruso, “probabilmente era la sua canzone più bella”. Poi gli dedicano Sei rimasta sola, scherzando sulla memoria di Adriano ma poi viene giù l’Arena con Una carezza in un pugno, con Morandi che gioca a fare il fotografo di scena. Mini-invasione di campo alla fine di Ti penso e cambia il mondo. Una spettatrice sale sul palco, lo abbraccia e lo bacia, viene dalla Russia e grida “Adrianoo”. Migliaia di persone in delirio.