Settore farmaceutico, i lavoratori a rischio potrebbero essere 10-15 mila

Per i sindacati, che definiscono”strumentale e avventata” la mossa dell’azienda, è un “ricatto” nei confronti dello Stato. La decisione dell’azienda è stata annunciata ai sindacati dal direttore generale dell’azienda farmaceutica fiorentina, Domenico Simone. “Hanno formalizzato l’apertura della procedura – ha confermato Umberto Saccone, segretario provinciale della Filctem-Cgil – Il dg Simone ci ha detto che non accettava che una legge mettesse in condizione di non riconoscere la professionalità dell’azienda, e per questo motivo, in tempi veloci, l’organico sarebbe stato ridotto di mille persone. Ma non puoi dire – ha aggiunto il sindacalista – che se lo Stato fa una legge, io ricatto lo Stato”. “Dalla metà di agosto è entrata in vigore una legge – che produce – il trasferimento di quote di mercato ai produttori di farmaci generici”, dice il direttore generale della Menarini Domenico Simone riferendosi al provvedimento entrato in vigore ad agosto che impone ai medici di famiglia di scrivere nella ricetta il nome del principio attivo anziché quello commerciale del prodotto.

Netto il giudizio dell’azienda. “E’ devastante, sta distruggendo il settore farmaceutico – ha detto Simone – non è più conveniente produrre in Italia. Per questo stiamo rivedendo i nostri piani strategici in Italia”.

L’assessore alle attività produttive della Regione Toscana, Gianfranco Simoncini, aveva inviato una lettera al Ministro Corrado Passera chiedendo un intervento urgente a favore dell’industria farmaceutica, messa in difficoltà dalla nuova legge. Ad annunciare l’iniziativa era stato lo stesso Simoncini, intervenendo a un incontro organizzato proprio dalla Menarini, al quale avevano partecipato istituzioni e parlamentari toscani. La Toscana è fra i maggiori poli nazionali nella produzione farmaceutica, il terzo in assoluto dopo Lombardia e Lazio, con 20 imprese attive e oltre 12 mila addetti.