Mola di Bari, la protesta dei pescatori

Non hanno gradito il blitz al mercato ittico che ha portato al sequestro di oltre cinque quintali di pesce e alla denuncia di undici colleghi. L’obiettivo è coinvolgere le istituzioni locali su una questione che però può essere risolta solo a più alti livelli, cambiare la regolamentazione dell’Ue sulla misura minima del pescato. Una battaglia molto difficile presa dalle cooperative della località in provincia di Bari. A sequestrare i prodotti ittici allo stato novello pescati illegalmente è stata la sezione operativa della Guardia Costiera di Bari e dalla Squadra nautica della Polmare della Questura di Bari.

I militari hanno scoperto un centinaio di casse contenenti esemplari di triglia, merluzzi e altro pesce azzurro allo stato novello. I prodotti erano custoditi in casse e in alcuni automezzi dotati di cella frigorifero fermi sul piazzale del mercato. Rinvenuto un grosso quantitativo di novellame di triglia, volgarmente detta “trigliola”, si è subito proceduto con il sequestro del pesce che misurava mediamente dai 5 ai 6 cm, contrariamente a quanto prevede la legge sulla pesca che impone quale misura minima per il tipo di pesce in questione almeno 11 cm. Importante anche il quantitativo di merluzzi che misurava anche 4 centimetri. I responsabili, ben 11 tra pescatori e soci delle cooperative di pesca, che nei momenti concitati hanno anche rischiato l’arresto avendo opposto resistenza alla richiesta di una ispezione da parte dei militari, sono stati denunciati all’autorità giudiziaria e ora rischiano la pena della reclusione da 2 mesi a 2 anni, convertibili in ammenda da 2 a 12 mila euro. Il danno fatto alla fauna marina è di notevole entità in quanto la pesca di frodo di specie non mature sessualmente non permette la loro riproduzione. Il pesce sottomisura non è vietato solo per le attività di pesca. Ne è vietata anche la detenzione e la commercializzazione a qualsiasi stadio.

I 500 kg circa di pesce sequestrato, dopo averne accertata la commestibilità con l’ausilio dei veterinari della Azienda sanitaria locale Bari intervenuti sul posto, è stato donato in beneficenza a tre organizzazioni di volontariato del posto, il Centro di accoglienza delle Vincenziane, la “Città dei ragazzi” della Comunità Frontiera e alla Caritas diocesana. L’attività della Guardia costiera e della Polmare non si è esaurita con il sequestro del novellame ma è tuttora in corso con la verifica, da parte del personale della Capitaneria di porto di Mola, dei documenti e dei registri obbligatori, in possesso dei pescatori, previsti dai regolamenti comunitari. Sotto osservazione anche l’uso delle reti.