La Polverini lascia e si definisce donna felice

Lo Tsunami che ha investito la Regione Lazio continua ancora a mietere vittime. Renata Polverini ha rassegnato le dimissioni “irrevocabili”, sottolineando che la decisone arriva dopo una giornata in cui si erano rincorse le voci sulle mosse della Governatrice del Lazio travolta dallo scandalo sugli sperperi dei fondi per i gruppi regionali e le spese folli dei consiglieri del PdL.

La Governatrice difende la sua giunta e scarica tutto sul consiglio, dove siedono “personaggi da operetta che non era accettabile mantenere in un luogo prestigioso come il consiglio regionale e che hanno fatto cose raccapriccianti”. La Polverini ha ancora aggiunto. “Arriviamo qui puliti. La giunta ha operato bene e ha portato risultati importanti, ma interrompiamo, a causa di un Consiglio che non considero più degno. Questi signori, li mando a casa io senza aspettare ulteriori sceneggiate, con questi malfattori io non ho nulla a che fare”.

“Con il blocco del nostro lavoro ci saranno gravi ripercussioni sul paese. Abbiamo fatto 5 miliardi di tagli perché lo volevamo e perché abbiamo avuto come effetto il dimezzamento del disavanzo sanitario portandolo a 700 milioni”. “Adesso mi sento libera, mi sentivo intrappolata come in una gabbia – prosegue – e ciò che ho visto lo dirò. Le ostriche viaggiavano comodamente già nella giunta prima di me, quindi io non ci sto, non ci sto alle similitudini e nessuno si permetta di dire una parola su me e i miei collaboratori”.

La scorsa settimana, pareva che il pressing congiunto di Silvio Berlusconi e Angelino Alfano avesse convinto la presidente a restare al suo posto. L’affondo probabilmente di Pier Ferdinando Casini dai microfoni del Tg3, ha chiuso ogni indugio. “Il mio giudizio – ha spiegato il leader centrista – è che dopo il marcio che è emerso, con la cupola che è venuta fuori, qualcosa di schifoso, bisogna restituire la parola ai cittadini. Questa è la mia opinione, posso anche andare in minoranza”. “Io mi auguro – ha aggiunto – che il presidente Polverini faccia un gesto di dignità e ridia la parola ai cittadini laziali”.

La ex Governatrice spiega che, tutto ciò nasce per una faida interna al PdL che non consegnò la lista alle elezioni e che ci ha consegnato un dibattito interno, oltretutto con personaggi “ameni che si aggiravano per l’Europa”. “Sono inorridita da quanto avvenuto in consiglio regionale, prendetevela con il signor Mario Abbruzzese”.

Cosa succederà adesso? L’art. 44 dello statuto della Regione Lazio stabilisce che “la rimozione, la decadenza, l’impedimento permanente e la morte del presidente della Regione comportano le dimissioni della giunta regionale e lo scioglimento del consiglio regionale”. Giunta e Consiglio potranno continuare a riunirsi soltanto per l’ordinaria amministrazione. Da adesso scatta la corsa al “rimpiazzo” anche in vista del voto anticipato. Tutti fanno il nome di Enrico Gasbarra segretario del Pd ed ex presidente della Provincia di Roma che potrebbe avere come “avversario” Andrea Ricciardi, attuale Ministro per l’integrazione.