Napoli, rischio collasso per il Cardarelli

Mancano all’appello centiniaia tra medici, infermieri e ausiliari per affrontare le quotidiane emergenze. Un vero e proprio dramma per il Cardarelli, il più grande ospedale del Mezzogiorno. Mancano medici, infermieri, ausiliari. E soldi. L’assenza di turnover ha “asciugato” l’organico rendendolo assolutamente insufficiente per affrontare la mole di lavoro a cui quotidianamente deve far fronte il più grande nosocomio del Sud. Ne parla il direttore medico di presidio, Franco Paradiso, ai media campani. “Negli ultimi tre anni il numero di medici in organico si è ridotto del 20%” dice Paradiso, che conosce meglio di tutti la realtà dell’ospedale, dal momento che è stato in servizio come medico dal 1979 e siede alla poltrona di direttore di presidio dal 2007. Per ridurre i costi nel corso di questo ultimi anni la direzione generale ha fatto salti mortali. Accorpando, per esempio, molti reparti. I medici, al Cardarelli sono complessivamente 790. I reparti che vivono maggiormente la crisi sono le ”medicine”. C’è urgenza di assunzioni di medici ”accettisti”, medici per le aree del pronto soccorso, neurologi, ematologi, anestesisti, radiologi.

Al Pronto Soccorso giornalmente si presentano non meno di 300 pazienti. Di essi una buona parte viene ricoverata, il resto lascia l’ospedale. I posti letto sono 917, quotidianamente tutti occupati. E poi c’è la piaga delle barelle, talvolta anche centinaia. Fino al 30 settembre, non è possibile reperire medici, con la mobilità da altre strutture ospedaliere. “Dal primo ottobre si potrà accedere a qualche mobilità per ottenere qualche figura professionale in più. Ma questo non può certo bastare a tamponare la grave emergenza che stiamo vivendo” conclude Paradiso.