Genova, agguato Adinolfi, attentatori incastrati da telecamere

Due anarco-insurrezionalisti piemontesi sono stati arrestati a Torino da Carabinieri e Polizia di Stato di Genova in esecuzione di un provvedimento di fermo emessi dalla Procura della Repubblica del capoluogo ligure, dal Procuratore Aggiunto Nicola Piacente e dal Sostituto Procuratore Silvio Franz.

I due sono accusati dell’agguato del 7 maggio ai danni dell’Ing. Roberto Adinolfi, amministratore delegato dell’Ansaldo Nucleare. Negli ultimi giorni i due fermati avevano intenzione di abbandonare l’Italia.

L’uno è un disoccupato, l’altro è titolare di una piccola tipografia. Sono Nicola Gay, 44 anni e Alfredo Costito, 46. Anche la compagna di Costito è indagata ma non sottoposta a fermo.

I due anarchici sono stati identificati studiando i filmati delle videocamere collocate davanti alla caserma dei Nas di Genova, nella zona della stazione di Brignole, non lontana dal luogo dove gli attentatori abbandonarono lo scooter usato per l’agguato. I due, avviandosi a piedi alla stazione, si sarebbero tolti il casco senza accorgersi delle telecamere. L’identificazione è stata possibile grazie alle comparazioni delle segnaletiche della Digos.

Proseguono intanto le perquisizioni delle forze dell’ordine anche nell’imperiese. Cospito e la compagna, infatti, che vivono in Piemonte, sono proprietari di una casa a Bordighera.

Il Procuratore Michele Di Lecce ha spiegato che i due fermati sono, uno Cospito, di Pescara, mentre Gay residente a Torino; hanno precedenti di terrorismo nell’ambito di un’inchiesta a Perugia. I due risultano inseriti nel circuito anarco-insurrezionalista Fai. Sono loro contestati i reati ex art. 280 di attentato all’ incolumità personale con finalità di terrorismo, lesioni personali gravi e furto. Ma secondo Di Lecce i due nell’agguato ad Adinolfi “hanno agito da soli”.

Il blitz sui due fermati Cospito e Gay, ha spiegato il procuratore, è scattato oggi perché c’era ragione di ritenere che i due stessero per fuggire. Gli investigatori sono risaliti ai due fermati anche grazie all’analisi degli scritti contenuti in una rivista dell’area anarchica denominata Kno3.