A Jesi non si può più abortire

Servizio sospeso all’ospedale del centro in provincia di Ancona. Tutti e 10 i ginecologi della struttura si sono dichiarati obiettori di coscienza causando la sospensione del servizio di interruzione volontaria di gravidanza. Lo segnala la Cgil che parla di “diritti negati alle donne” e di mancata attuazione della legge 194/78, ricordando che un episodio analogo era già avvenuto anche all’ospedale di Fano, in provincia di Pesaro.

Sul caso di Jesi è intervenuto l’assessore regionale marchigiano alla Sanità Almerino Mezzolani per “garantire che nei prossimi giorni possa operare un medico non obiettore proveniente dall’ospedale di Fabriano”. La Cgil spiega che , secondo i dati dell’ultima relazione annuale del Ministero della Salute, già nel 2009, a fronte di 2.458 interruzioni volontarie di gravidanza effettuate da donne residenti nelle Marche, il 24,7% degli interventi sono stati fatti fuori provincia e il 9,9% fuori regione, percentuali pari quasi al doppio rispetto alla media nazionale.