Emilia Romagna, 134 uffici postali periferici a rischio chiusura

Vanno salvati 134 uffici postali delle aree montane o meno densamente popolate a rischio chiusura in Emilia-Romagna dopo la decisione di Poste italiane di “ridurre sensibilmente il numero delle zone di recapito”. Lo chiedono tre risoluzioni approvate all’unanimità dall’Assemblea legislativa.

Due documenti, uno dei quattro consiglieri regionali della Lega Nord e l’altro del gruppo Pd con Marco Monari come primo firmatario, chiedono di “porre in essere azioni volte alla tutela dei livelli occupazionali, garantendo inoltre lo svolgimento del servizio postale nei piccoli Comuni, nelle zone montane e in quelle colpite dal sisma”. Anche perché, ribadiscono entrambi gli atti, il bilancio di Poste italiane ha fatto registrare “ampi profitti per l’azienda”: arrivano infatti a 846 milioni di euro gli utili sul bilancio 2011.La Giunta regionale dovrà quindi impegnarsi a “istituire un tavolo di concertazione tra parti sociali e direzione aziendale finalizzato alla tutela sia dell’occupazione, sia dei servizi alla persona”.

La terza risoluzione, presentata dai consiglieri Marco Lombardi (Pdl) e Roberto Piva (Pd), si rivolge più specificatamente alla situazione di Novafeltria, Comune della Valmarecchia in provincia di Rimini, i cui uffici sono aperti, per decisione di Poste Italiane, solo tre giorni a settimana: una scelta, sottolineano i due consiglieri, che difficilmente può essere “compatibile con i servizi minimi essenziali che le aziende esercenti un servizio di pubblica utilità devono garantire”.