Palermo, sotto chiave beni del clan di Brancaccio
Maxi sequestro di beni in Sicilia. Un’impresa edile e un intero fabbricato con garage, appartamenti e locali ad uso commerciale nel centro di Palermo, sono stati sequestrati dai Finanzieri, in esecuzione di un provvedimento emesso dalla sezione misure di Prevenzione del Tribunale del capoluogo siciliano, su proposta della Procura della Repubblica.
Si tratta dell’ultimo tassello di una serie di operazioni che nei mesi scorsi hanno portato al sequestro di società, attività commerciali e beni immobili, del valore di 32 milioni di euro, nei confronti di alcuni prestanome della famiglia mafiosa del quartiere Brancaccio nell’ambito dell’operazione “Madre Natura”.
Nel mirino degli investigatori soprattutto un ex parcheggiatore abusivo, diventato in poco tempo costruttore edile, che, a fronte di redditi dichiarati al fisco di poche decine di migliaia di euro, ha costruito, tra il 2007 ed il 2009, un intero stabile composto da seminterrato adibito a garage, sei locali climatizzati ad uso ufficio al piano ammezzato, ascensore interno e 12 ampi appartamenti ai tre piani soprastanti.
Un ruolo nelle indagini è stato anche quello del collaboratore di giustizia Fabio Tranchina, che ha riconosciuto l’imprenditore, soprannominato “il marinaio” come prestanome di Cesare Lupo, già reggente della famiglia mafiosa di Brancaccio.