Ah, quanti sacrifici inutili

Ferragosto, cielo basso e nuvole svaporate, disegnato da poche ali, dalla finestra del mio studio guardo fuori come sempre faccio; sono conscio di guardare dei tetti di capannoni chiusi nel giorno di festa, ma ci vedo il mare dello stretto di Messina, e le navi traghetto, per un momento ho sentito nell’aria la voce della risacca e gli spruzzi alti di onde che s’infrangono sugli scogli, sento pure il rotolar dei sassi che si ritirano in mare assieme all’onda per risalire su fino alla cresta della riva.

E’ una giornata afosa e umida, mi vesto e mi avvio verso Trieste, la città che più di tante altre rassomiglia alla mia: Reggio Calabria! Con una differenza enorme, Trieste linda e lucente e Reggio Calabria è sporca e intasata.

Sistiana! E il cuore ha un sobbalzo, mi tornano in mente certe serate romantiche affacciato al più bel balcone del mondo; entro in Trieste dopo aver costeggiato le rive affollate di bagnanti sdraiati a prendere il sole e di belle ragazze: le mule !

Avevo in tasca un biglietto pubblicitario della Trattoria Sociale di Gabrovizza ( Drustvena gostilna- Gabrovec) che un mio amico mi aveva dato per andarci a cena. La strada per raggiungerlo attraversa il Carso verso Sgonico in località San Primo e dopo un po’ la raggiungo, parcheggio l’autovettura sotto le fronde di un grande albero e mi siedo al tavolo.

C’era un complessino popolare: Claudio e “ i mejo che niente “!

Il Signor Claudio, camicia rossa con il “ Giglio” simbolo di Trieste poteva avere circa 80 anni batterista del gruppo e cantante, una gentile e cordiale Signora alla pianola….. e poi gli altri  “ragazzi “ tutti cordiali e col sorriso in faccia, allegri e disincantati come la gente di mare, tutti triestini.

Simpaticissimo e cordiale il Signor Claudio, la voce del complessino, mi ci sono avvicinato per fare la mia richiesta: La mula de Trieste e Trieste dormi. Canzoni che ha eseguito e cantato egregiamente data anche la sua veneranda età! Mi ha commosso.

Ascoltavo quelle canzoni alle quali sono seguite tantissime altre in dialetto triestino. Che bella gente, che bella serata pure ed è stato come scivolare all’indietro nel tempo, negli anni ’60 con quell’atmosfera e quell’allegria come in quegl’anni, per certi versi genuina, tutta di queste parti.

Ma il mio pensiero è tornato dove lo avevo lasciato a Udine, convinto come sono che noi in questo paese non abbiamo mai vissuto un gran che bene e mai vivremo bene, perché manca la volontà, perché c’è la necessità di clientelismo, perché deve esserci la divisione del popolo e non la sua unità, la fratellanza nazionale dove in un qualunque è un sentirsi a casa.

Non capisco perché ad esempio il Presidente francese Monsieur Hollande nei suoi 56 giorni di governo abbia fatto quanto sotto elencato:

Ecco cosa ha fatto Hollande (non parole, fatti) in 56 giorni di governo.

1) Ha abolito il 100% delle auto blu e le ha messe all’asta; il ricavato va al fondo /welfare/ da distribuire alle regioni con il più alto numero di centri urbani con periferie dissestate.

2) Ha fatto inviare un documento (dodici righe) a tutti gli enti statali dipendenti dall’amministrazione centrale in cui comunicava l’abolizione delle “vetture aziendali” sfidando e insultando provocatoriamente gli alti funzionari, con frasi del tipo “un dirigente che guadagna 650.000 euro all’anno, se non può permettersi il lusso di acquistare una bella vettura con il proprio guadagno meritato, vuol dire che è troppo avaro, o è stupido, o è disonesto. La nazione non ha bisogno di nessuna di queste tre figure.

3) Via con le Peugeot e le Citroen. 345 milioni di euro risparmiati subito, spostati per creare (apertura il 15 agosto 2012) 175 istituti di ricerca scientifica avanzata ad alta tecnologia assumendo 2.560 giovani scienziati disoccupati “per aumentare la competitività e la produttività della nazione.

4) Ha abolito il concetto di scudo fiscale (definito “socialmente immorale”) e ha emanato un urgente decreto presidenziale stabilendo un’aliquota del 75% di aumento nella tassazione per tutte le famiglie che, al netto, guadagnano più di 5 milioni di euro all’anno. Con quei soldi (rispettando quindi il fiscal compact) senza intaccare il bilancio di un euro ha assunto 59.870 laureati disoccupati, di cui 6.900 dal 1 luglio del 2012, e poi altri 12.500 dal 1 settembre come insegnanti nella pubblica istruzione.

5) Ha sottratto alla Chiesa sovvenzioni statali per il valore di 2,3 miliardi di euro che finanziavano licei privati esclusivi, e ha varato (con quei soldi) un piano per la costruzione di 4.500 asili nido e 3.700 scuole elementari avviando un piano di rilancio degli investimenti nelle infrastrutture nazionali.

6) Ha istituito il “bonus cultura” presidenziale, un dispositivo che consente di pagare tasse zero a chiunque si costituisca come cooperativa e apra una libreria indipendente assumendo almeno due laureati disoccupati iscritti alla lista dei disoccupati oppure cassintegrati, in modo tale da far risparmiare soldi della spesa pubblica, dare un minimo contributo all’occupazione e rilanciare dei nuovi /status/ sociali.

7) Ha abolito tutti i sussidi governativi a riviste,  fondazioni,

e case editrici, sostituite da comitati di “imprenditori statali” che finanziano aziende culturali sulla base di presentazione di piani business legati a strategie di mercato avanzate.

8) Ha varato un provvedimento molto complesso nel quale si offre alle banche una scelta (non imposizione): chi offre crediti agevolati ad

aziende che producono merci francesi riceve agevolazioni fiscali, chi offre strumenti finanziari paga una tassa supplementare: prendere o lasciare.

9) Ha decurtato del 25% lo stipendio di tutti i funzionari governativi, del 32% di tutti i parlamentari, e del 40% di tutti gli alti dirigenti statali che guadagnano più di 800 mila euro all’anno. Con quella cifra (circa 4 miliardi di euro) ha istituito un fondo garanzia welfare che attribuisce a “donne mamme singole” in condizioni finanziarie disagiate uno stipendio garantito mensile per la durata di cinque anni, finchè il bambino non va alle scuole elementari, e per tre anni se il bambino è più grande. Il tutto senza toccare il pareggio di bilancio.

Risultato: Lo spread con i bund tedeschi è sceso, per magia. E’ arrivato a 101 (da noi viaggia intorno a 470).

L’inflazione non è salita. La competitività e la produttività nazionale è aumentata nel mese di giugno per la prima volta da tre anni a questa parte.

E in casa nostra? Solo tasse e prezzi al consumo alle stelle!

Noi questa classe politica ce la meritiamo tutta e fa bene a tassarci, fa bene a strozzarci con l’elefantiaca burocrazia, ad aumentare nel massimo riserbo il prezzo dei carburanti. Ma dove ci vuole portare questa classe politica…. Questo governo?

In nessuna parte diversa dall’angolo entro il quale non potremo fare altro che subire tutte queste cose che a me paiono essere semplicemente abusive, mentre loro se la spassano felici e contenti alla faccia nostra: miseri e scontenti, incazzati, delusi ed amareggiati, all’orlo del precipizio che ci attende a poco! Perché non fare come l’argentina?

Kirchner (una lezione) all’Europa: “I morti non possono pagare i debiti” Parlando alla Camera di Commercio di Buenos Aires il 2 agosto, nella ricorrenza della sua fondazione, il Presidente argentino Cristina Fernandez de Kirchner ha nuovamente stigmatizzato la politica antipopolare dei governi europei ricordando che il suo scomparso consorte Nestor Kirchner ammonì nel 2003 alle Nazioni Unite che “i morti non possono pagare i debiti”. L’allora Presidente Kirchner spiegò che l’austerità non avrebbe mai generato una ripresa in Argentina e giurò di non anteporre gli interessi dei banchieri a quelli dei cittadini.

“Sento che l’Europa non capisce questo”, ha detto la Kirchner. Guardiamo alla Spagna: “Come si fa ad avere la crescita se la gente perde il lavoro, i salari vengono tagliati, le case messe all’asta e i benefici sociali ridotti?” Ho letto che il 10 per cento dell’impiego pubblico verrà tagliato, assieme a 50 mila posti letto negli ospedali, ha detto. “Non si può sostenere un’economia o una società in queste condizioni”, ha ammonito.

In Europa “c’è un’incredibile crisi speculativa”, aggiunto, “qualcosa che noi conosciamo bene”. Confutando l’idea che in Europa ci sia un’eccessiva spesa pubblica, ha ricordato che ci sono stati i salvataggi bancari, come quella della Bankia in Spagna, che era amministrata dall’ex direttore del FMI Rodrigo Rato. Rato “era solito impartirci lezioni” sulla politica economica, ma la sua banca ha un buco di 230 miliardi di euro. “C’è stato un incredibile salvataggio delle banche, così che queste hanno potuto disimpegnarsi dalle posizioni difficili” nelle nazioni sud europee, ma si tratta “delle stesse banche che hanno prestato i soldi” a quei paesi!

È proprio “come l’Argentina nel 2001″, quando i predatori finanziari stranieri imposero “mega-swaps” e salvataggi a condizioni usuraie, promettendo che ciò avrebbe blindato il paese dalla crisi. Fino all’ultimo i finanzieri proclamarono che l’economia fosse veramente “solida”. Era una frode, e gli argentini ne furono vittima.

Il Presidente argentino ha parlato alla vigilia del pagamento di 2,3 miliardi di dollari ai possessori dei bonds Boden-2012, rilasciati in cambio dei soldi congelati nel “corralito” imposto nel 2001 dal folle ministro delle Finanze Domingo Cavallo. La Kirchner ha sfruttato l’occasione per documentare come il debito estero, a cominciare dal famoso prestito dei fratelli Barings nel 1811, è stato usato per saccheggiare il paese, dettagliando come l’”aritmetica dei banchieri” ha costretto l’Argentina a pagare e pagare ma il debito cresceva sempre.

Sul proprio sito Facebook, la Kirchner ha pubblicato tabelle del governo che mostrano come tutti i parametri finanziari, economici e sociali sono migliorati dal 2002 ad oggi. Il debito pubblico è sceso dal 166% al 41,8%, il PIL è raddoppiato, gli interessi sul debito sono passati dal 21,9 al 6% del bilancio, il salario minimo è cresciuto otto volte, il numero dei poveri è sceso dal 48 al 7%, il debito delle province dal 21,9 al 6,9%. Sono cifre da spiattellare in faccia a chi dice che se l’Italia esce dall’Euro “farà la fine dell’Argentina”.

Distinti saluti, popolo italiano e parafrasando Alberto Sordi:

“  …. Sai perché hai perso la causa ebanista ebreo?

No!

Perché: io so io e tu non sei un ca…