Terremoto, azioni a sostegno delle imprese

Detrazioni fiscali per la messa in sicurezza degli edifici, agevolazioni per evitare la delocalizzazione delle imprese, sollecito dei fondi della cosiddetta “legge mancia”: sono alcune delle richieste avanzate in tre risoluzioni approvate all’unanimità dall’Assemblea legislativa al termine del dibattito sugli interventi per il dopo del terremoto. Nella prima risoluzione, a firma Gabriella Meo e Gian Guido Naldi (Sel-Verdi), Marco Monari (Pd), Roberto Sconciaforni (Fds) e Sandro Mandini (Idv), si impegna la Giunta regionale a proporre al Governo di prevedere le detrazioni fiscali del 55% per gli interventi di messa in sicurezza degli edifici dal rischio sismico, con l’Iva agevolata al 4%, stabilendo che la detrazione avvenga in non più di tre anni. Questo intervento fiscale sarebbe opportuno in considerazione della strategicità dell’azione di prevenzione e del suo effetto positivo nei confronti della situazione di rischio sismico in cui versa gran parte del territorio italiano. Altra richiesta da indirizzare al Governo: prolungare fino al 2020 le detrazioni fiscali del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici. Nel secondo atto d’indirizzo approvato, sottoscritto trasversalmente da numerosi esponenti di Pd, Idv, Fds, Sel-Verdi, Pdl, Lega nord, Idv (primo firmatario Tiziano Alessandrini del Pd), si impegna la Giunta regionale, “nel pieno rispetto delle procedure atte a garantire la sicurezza delle persone e la legalità della ricostruzione, a proseguire nell’opera di semplificazione ed agevolazione delle procedure di reinsediamento sul territorio regionale delle attività danneggiate e ad accelerare e semplificare tutte le pratiche per la riapertura delle attività collocate in stabilimenti agibili”. Al contempo, nel documento si chiede “di disincentivare la delocalizzazione permanente delle attività produttive all’esterno delle aree colpite da fenomeni simici, favorendo con ogni mezzo disponibile la permanenza degli stessi nei comuni in cui insistevano gli immobili danneggiati o nei comuni prossimi, comunque rientranti nelle aree danneggiate dal sisma”. Infine, nella terza risoluzione, presentata dalla consigliera dell’Idv, Liana Barbati, firmata anche dai colleghi di partito Sandro Mandini e Franco Grillini, e da Giovanni Favia (Mov5stelle), Silvia Noè (Udc) e Mauro Manfredini (Lega nord), si chiede che la Giunta regionale si attivi per sollecitare il Governo “a garantire la piena, completa e tempestiva attuazione” degli impegni assunti nell’ordine del giorno, approvato l’11 luglio scorso dal Parlamento e collegato al decreto legge sulla ricostruzione post-sisma in Emilia, che impegna l’esecutivo nazionale a “ridestinare i 150 milioni di euro, già stanziati in applicazione della cosiddetta ‘legge mancia’, a favore della ricostruzione delle zone terremotate”.

Sempre sul tema terremoto, l’Assemblea ha respinto quattro fra risoluzioni e ordini del giorno. La prima, presentata da consiglieri Pdl – primo firmatario Andrea Leoni – chiedeva alla Giunta di attivarsi presso il Governo per fare partire immediatamente presso la Commissione Europea la procedura necessaria affinché le aree colpite dal sisma siano dichiarate “zone a fisco zero” ovvero “zone franche” per i prossimi cinque anni. La seconda – presentata da Noè (Udc) e Matteo Riva (Misto) – intendeva ridestinare i fondi inutilizzati per il terremoto in Irpinia, trasferendoli a favore della ricostruzione delle zone colpite dal sisma del 20 e 29 maggio (astenuti i consiglieri Idv). La terza, presentata da consiglieri del Pdl – primo firmatario Marcello Bignami – chiedeva alla Giunta di operare affinché fosse rimossa l’esclusione delle seconde case, definita “ingiustificata e iniqua”, dal riconoscimento del contributo per la riparazione, il ripristino o la ricostruzione. Infine l’Assemblea ha respinto l’ordine del giorno, presentato dalla Lega Nord, primo firmatario Manes Bernardini, che è stato votata dai proponenti, dal Pdl, dal Mov5stelle e dall’Idv che chiedeva alla Giunta di attivarsi presso il governo affinché venissero garantiti la sospensione dei termini amministrativi, dei contributi previdenziali ed assistenziali, nonché il sostegno al reddito dei lavoratori, tramite indennità con relativa contribuzione figurativa, fino al 31 maggio 2013 e non solo fino al 31 dicembre 2012. Si proponeva, inoltre, di derogare al patto di stabilità interno anche per l’anno 2013, compensando la mancata applicazione del’Imu e le conseguenti mancate entrate dei Comuni con ulteriori trasferimenti statali o regionali.