Estate in Calabria, Gerace l’antico borgo dalle cento chiese

Arroccata, a 500 mt (slm) su una massiccia rupe di tufo, è l’antichissima Gerace, l’ammaliante borgo dalle cento chiese

L’antico borgo calabrese, a pochi chilometri da Locri, si erge maestoso e solitario come scrigno a proteggere una millenaria storia e tra i suoi stretti vicoli e chiese e chiesette ti senti quasi angosciato a trovarti in un paese quasi abbandonato e non ti par vero sapere che è stato un antichissimo centro di cultura greca e bizantina e sede di un prestigioso Episcopato con grandiosa Cattedrale, la più grande della Calabria. Il suo toponimo Ierakos (sparviero) appare già nel 1067 ma la sua origine risalirebbe al neolitico e già in età preellenica era abitato. È stato un centro prevalentemente retto dai Normanni di Ruggero che diedero forte impulso alla civilizzazione attraverso la diffusione della cultura ecclesiastica e dell’architettura con la costruzione di imponenti edifici sacri e civili. Appena entrati nel borgo si ammirano, ricavate nel tufo dello sperone, le botteghe degli artigiani vasai e qui la chiesa di Santa Maria del Mastro del 1084: facciata del ‘600 e struttura interna greca a pianta centrale con quattro cupolette ed una centrale grande alla maniera della Cattolica di Stilo. A fianco si erge il settecentesco Palazzo dei Conti del Balzo che si affaccia sulla vallata fuori le mura dove si trova il convento dei Cappuccini del 1534. Qui all’interno alcuni altari lignei intarsiati con avorio e madreperla, opere settecentesche di Fra’ Ludovico da Pernocari. Più avanti il convento degli Osservanti con la seicentesca chiesa di Santa Francesca Romana, oggi detta del cimitero. Ancora più isolata la chiesa di Santa Maria di Monserrato con le caratteristiche cupole a tegole sporgenti del ‘600. Saltiamo qualche vicoletto non di minore importanza e ricchezza ed entriamo nel cuore del borgo attraverso la Porta del Sole sulla cui sommità si evidenzia lo stemma civico bronzeo col motto “ Solum Deo Subiecti” ed il simbolo dello sparviero. Oltre la Porta il monastero di Sant’Anna e la Piazza detta del Tocco da “ tokos” (“Seggio”) ed è il sito di confluenza delle sette strade che si diramano da sud. Fanno da corona alla piazza tanti bei palazzi, tra i quali quello dei Grimaldi e particolarmente il Palazzo del Tocco, sede municipale che custodisce la famosa Ara di età imperiale con la scritta di ringraziamento “A Roma eterna”. Camminando oltre, attraverso le tipiche stradelle a basolato di pietra locale, si arriva nella piazzetta della Tribuna dominata dalla Cattedrale e dall’Arco dei Vescovi detto anche della Meridiana. La Cattedrale, già! Si tratta di un’opera architettonica grandiosa per misure, stile e ricchezza di opere e come è scritto su Bellezze d’Italia (Istituto Geografico De Agostini – 1977): “La Cattedrale di Gerace è importantissima, oltre che per la sua bellezza, per due ordini di ragioni. Una è la sua origine storica che testimonia la continuità fra l’antica Locri e la Gerace medievale: per la costruzione della cattedrale, infatti, vennero utilizzate colonne provenienti in gran parte dai templi della città greca di Locri [le 26 della cripta]. L’altra ragione è relativa alla struttura interna della chiesa che viene ritenuta il modello romanico – bizantino di tutte le successive cattedrali normanne del Meridione. Edificata attorno al 1050, misura mt 73 x26 a forma basilicale a tre navate sorrette da 20 colonne di stile greco – romano con alto transetto sovrastato dalle tre absidi rivolte verso l’oriente, come voleva la liturgia bizantina. All’interno sono infinite le opere d’arte di ogni epoca e di ogni scuola artistica. Oggi Gerace è indubbiamente metà di turismo culturale con flussi provenienti da ogni parte del mondo e perciò necessita di maggiori attenzioni e protezione. Non facciamola cadere, come tante altre preziosità della Calabria.