La Lega Nord non ha rubato niente

“I ladri sono a Roma, sono farabutti i romani non sono padani”. Lo afferma Umberto Bossi dal palco del forum di Assago dove è in corso il congresso della Carroccio.

E’ l’appuntamento che segnerà ufficialmente il passaggio dall’era di Umberto Bossi a quella di Roberto Maroni, incoronando Bobo segretario federale del Carroccio. Ma è ancora Umberto Bossi a rubare la scena.

“Fatico a credere che il nostro amministratore sia legato all’ndrangheta – precisa Bossi – se pensavano che la Lega morisse, si sbagliavano, perchè la Lega si basa sulle idee e le idee camminano sulla gambe degli uomini”. Momenti di suspence si sono registrati proprio per Umberto Bossi che era atteso al congresso, secondo il programma, intorno alle ore 10:30. Un semplice ritardo, hanno fatto sapere dall’organizzazione. Poi il discorso dal palco. “Mi dicono che sono stato un simbolo perchè ho combattuto contro uno Stato forte – ha proseguito Bossi – però i simboli servono se vengono utilizzati bene. Il sogno è una cosa sola. E lo dico per gli imbecilli che stanno nella Lega che girano col tricolore. Il sogno è la Padania libera”. Il Senatùr che ha detto di credere ancora “alla Padania”, ha parlato anche di superamento del centralismo. “Se ci fossero ancora i milioni di ragazzi morti nella prima guerra mondiale – ha detto – oggi sparerebbero verso Roma e verso il centralismo romano”.

Ad applaudire Bossi anche Roberto Maroni, che al suo arrivo al Forum ha acceso gli spalti. Lunghi applausi e cori al grido di “secessione”. “Maroni è il candidato unico alla segreteria – ha tenuto a precisare Roberto Cota, governatore del Piemonte, dal palco del congresso – alla faccia di chi ci vuole divisi. Oggi la Lega è unita più che mai”. All’avvio dell’ultima giornata del Congresso, i delegati del Carroccio hanno approvato per alzata di mano un nuovo Statuto proposto dal Consiglio federale. C’è stata una larghissima maggioranza sul testo che regola la gestione del movimento e che da oggi tra l’altro affida il ruolo di presidente a vita ad Umberto Bossi e rende la Lega una confederazione (non più una federazione) in modo da garantire maggiore autonomia decisionale delle varie anime territoriali.