Campegine, arrestato Silvano Ruozi e denunciate due persone

Nuovi sviluppi nell’inchiesta sul duplice omicidio avvenuto ieri a Campegine, in provincia di Reggio Emilia. I Carabinieri hanno arrestato per detenzione d’armi Silvano Ruozi, 73 anni, e denunciato altre due persone. Avrebbero fornito all’assassino, Alessandro Rizzi di 71 anni arrestato ieri, la pistola e le munizioni usate per uccidere la badante russa Alena Tyutyunnikova, 41 anni, e Fabio Artoni, di 43 anni. A scatenare la follia omicida sarebbe stato un raptus.

Dopo un lungo interrogatorio, il pensionato omicida Sandro Rizzi ha fatto i nomi di tre conoscenti (tutti appassionati di armi) e ha fornito indicazioni circa un arsenale nascosto. Sono così scattati subito gli accertamenti nella casa di Silvano Ruozi, 73enne di Campegine, dove le forze dell’ordine hanno trovato un vero e proprio arsenale con armi, polvere da sparo ed esplosivi. Ruozi, non direttamente legato ai fatti di sangue di ieri, è stato arrestato con l’accusa di detenzione illecita di armi, esplosivi, munizionamento da guerra e alterazione di armi da sparo.

Nella casa del pensionato, al culmine di una perquisizione domiciliare eseguita anche con il supporto di Ice, pastore tedesco del nucelo carabinieri cinofili di Bologna, sono state rinvenute numerose armi: una P38 con 107 cartucce calibro 9×19, un tubo in ferro contenente esplosivo, 150 micce da innesco, 88 gr. di polvere da sparo, un rotolo da 10 metri di miccia, 27 inneschi, numerose cartucce di vario calibro, una pistola Beretta, due fucili e due carabine denunciate, una delle quali modificata con un silenziatore artigianale. Nella notte per Ruozi sono subito scattate le manette e ora si trova in carcere.

A cedere a Rizzi l’arma utilizzata nel duplice delitto è stato invece un 75enne campeginese. La pistola, una P38, era stata ceduta a Rizzi qualche anno fa. Per l’anziano è scattata una denuncia per detenzione illegale di armi. Le munizioni sono state poi passate all’omicida da un altro conoscente, un 70enne di Gualtieri, anche lui denunciato per detenzione illegale di munizioni. A quest’ultimo, indagato per omessa denuncia e detenzione di munizioni, nel corso della perquisizione i Carabinieri hanno sequestrato un centinaio di cartucce calibro 45 in eccedenza rispetto a quelle regolarmente denunciate ritirandogli, in quanto venuti meno i requisiti, le armi che aveva regolarmente denunciato (una carabina e una pistola).

 Rizzi, detto il “Ghibla”, ex carpentiere, era innamorato della 43enne russa originaria di San Pietroburgo ma lei, a quanto pare, aveva già un fidanzato, un 50enne della zona. Rizzi, nel corso dell’interrogatorio di fronte al pm Maria Rita Pantani, che si sta occupando del caso, avrebbe detto che ieri si era offerto di accompagnare la donna a compilare la dichiarazione dei redditi. I due si sono visti intorno alle ore 12:00 ma poi, probabilmente, deve essere successo qualcosa che ha scatenato la furia omicida del pensionato. Forse un rifiuto della donna di fronte a una avances dell’uomo.

Rizzi, vedovo con trascorsi da alcolista, parente dei discendenti dei sette fratelli Cervi, ha sparato ad Alena, ha ricomposto il suo corpo, coprendolo, dal lato del passeggero e poi ha iniziato a vagare a bordo della sua Alfa Mito nera. Arrivato in centro a Campegine, ha parcheggiato in via Amendola di fronte al bar Snoopy, è sceso e si è fatto servire da bere mettendosi di fronte al signor Maurizio Finotti, testimone oculare che ha raccontato al nostro giornale la sparatoria nel locale. Era molto taciturno Rizzi e questo ha fatto insospettire i presenti che lo ricordano come un tipo affabile.

In quel momento, a bordo del suo camion, è arrivato Artoni che ha iniziato a prendere in giro Rizzi per via del suo innamoramento per la badante russa. Una presa in giro bonaria, da bar, forse condita anche con un’allusione al fatto che il pensionato alzasse un po’ troppo il gomito. Questo ha scatenato la furia omicida dell’ex carpentiere che è andato in macchina, ha preso la pistola, è tornato nel locale e ha sparato più colpi uccidendo Artoni. Uno dei proiettili, di rimbalzo, ha ferito Pasquale Verde che in quel momento stava uscendo dal bagno (i proiettili sono già stati tolti dalla gamba dell’uomo al Santa Maria Nuova e Verde sta bene). Tutto è stato immortalato dalle telecamere di sicurezza interne del locale. Al termine della sparatoria Rizzi è tornato in strada e si è chiuso in macchina attendendo l’arrivo dei Carabinieri che, alla fine, lo hanno convinto a consegnargli la pistola e lo hanno condotto in caserma.