A Macerata un’esposizione permanente su padre Matteo Ricci, ambasciatore d’Europa in Cina

Una mostra permanente su padre Matteo Ricci nella sua città natale. Il taglio del nastro a Macerata, il 10 maggio scorso, in occasione del 402° anniversario della morte del gesuita, nell’esposizione “Incontro di civiltà. Padre Matteo Ricci ambasciatore d’Europa nella Cina dei Ming” che l’amministrazione comunale ha allestito negli spazi della biblioteca Mozzi Borgetti, l’ex collegio dei gesuiti in cui Ricci ricevette la sua formazione, prima di lasciare per sempre Macerata. “Un luogo significativo – ha detto il sindaco Romano Carancini durante l’inaugurazione – per un evento importante voluto Amministrazione che oggi finalmente vede la luce e che va ad arricchire il nostro sistema museale e l’offerta culturale della città. E’ il primo passo di un progetto che fa seguito alle celebrazioni del IV centenario del 2010 per unire sempre più il nome di Macerata al suo illustre figlio, che aprì la strada ai rapporti ed al dialogo tra Europa e Cina e per questo onorato in tutto il mondo”. La mostra – curata dal professor Filippo Mignini padre anche delle esposizioni di successo allestite in Cina dalla Regione e dal Comitato durante le celebrazioni ricciane – si rivolge al grande pubblico e soprattutto ai giovani, proponendo una narrazione sintetica, per documenti e immagini, del primo incontro significativo tra le civiltà cinese ed europea in età moderna, realizzato da Matteo Ricci e dalla Compagnia di Gesù. In luce, insieme alla vicenda storica di Ricci e della sua missione, anche la dimensione europea dell’impresa ricciana, che egli stesso gli attribuì firmandosi spesso con il titolo “l’Europeo Matteo Ricci” e che la Cina stessa gli riconobbe ammettendolo alla corte imperiale di Pechino nel 1601 come “ambasciatore dell’Europa”. L’allestimento maceratese ripropone in parte l’esposizione che fu portata a Strasburgo nella sede del Parlamento europeo lo scorso anno, arricchita da un focus ulteriore su due elementi importanti dell’azione di Ricci: il libro e l’approccio scientifico quali strumenti di apertura e comunicazione con i cinesi. In mostra anche l’antico orologio, riproduzione realizzata dal Gorla di quello che Ricci donò all’imperatore Wanli, lo stesso che con i suoi rintocchi ha accolto i migliaia di visitatori di tutto il mondo al padiglione Italia dell’Expo di Shanghai nel 2010. L’inaugurazione – presenti le autorità tra cui il prefetto Pietro Giardina, il vescovo Claudio Giuliodori, il rettore dell’Università Luigi Lacchè e il presidente del Comitato celebrazioni Adriano Ciaffi – è stata preceduta dalla presentazione di recenti studi e traduzioni delle opere di Ricci a cura di Huang Ping, Filippo Mignini e Giorgio Trentin dell’Istituto Confucio. Illustrati anche i lavori in corso per ampliare la conoscenza sugli scritti ricciani, in particolare le lettere che egli scrisse in un numero di centinaia ai letterati cinesi ma che non ci sono giunte. Un patrimonio da scovare in archivi o collezioni private in Cina. “E’ necessario sostenere la ricerca su Ricci come plusvalore per la città, per l’Università e per l’Istituto Confucio” – ha detto il prof. Giorgio Trentin, ricordando come Ricci sia un importante punto di riferimento culturale in Cina. Lo dimostra il finanziamento di un progetto di dottorato di tre anni da parte del governo cinese che vede una studiosa Liu Yanmei nella nostra città per la traduzione di scritti ricciani. Sono aspetti ancora da studiare, secondo il prof. Filippo Mignini, l’idea della Cina introdotta in Europa grazie all’opera dei gesuiti, un’idea che va a toccare proprio le tradizioni fondanti dell’Europa che viene messa in discussione dalla scoperta di un nuovo modello, nonché l’analisi dell’uso della retorica nell’opera ricciana. Sul versante delle pubblicazioni si sta lavorando alla traduzione di un trattato postumo intitolato “Dispute postume”. In corso di stampa la Mnemotecnica occidentale, e la Cartografia che uscirà in autunno a cura dell’Istituto poligrafico e Zecca dello Stato. La mostra è aperta tutti i giorni durante l’orario di apertura della biblioteca. Anna Pisani