Nella Cattedrale di Crotone, la divina liturgia di san Giovanni Crisostomo di rito ortodosso

Domani sera, nella Basilica Cattedrale di Crotone, nel quadro delle manifestazioni religiose per onorare il Settennale della Madonna di Capo colonna si ripete l’emozione e la giusta curiosità che scaturisce dalla  coinvolgente celebrazione liturgica detta più precisamente “ divina liturgia di san Giovanni Crisostomo”  officiata dall’Eparca emerito di Lungo Mons. Ercole Lupinacci. A Crotone, questa esperienza religiosa la si è già vissuta in occasione dell’ultimo settennale della Madonna di Capo Colonna del 2005 e nel 2008 nella parrocchia di san Paolo in occasione della “Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani. L’Eparchia di Lungo, costituita il 13 febbraio 1919 da papa Benedetto XV molto attento al mantenimento della tradizione bizantina nell’Italia meridionale, precedentemente appartenuta alla diocesi si Cassano allo Jonio, comprende oggi 27 parrocchie di rito greco – bizantino tutte nella provincia di Cosenza (Acquaformosa, Catinella, Castroregio, Civita, Cosenza, Falconara Albanese,  Farete,  Firmo, Frascineto, Eianina, Macchia Albanese, Marri, Plataci, San Basile, San Paolo Albanese, San Costantino Albanese, Santa Sofia d’Epiro, San Demetrio Corone, San Cosmo Albanese, San Giorgio Albanese, San Benedetto Ullano, Sofferetti e Vaccarizzo Albanese). Questi centri furono popolati dal XV sec. dagli Albanesi giunti in Calabria, come i nostri Carfizzi, San Nicola dell’Alto e Pallagorio tutti nel Crotonese, al seguito di Giorgio Castrista, detto Scanderbeg, come mercenari di Alfonso I e Ferdinando d’Aragona. Questi mantennero viva la tradizione del rito orientale che da qualche secolo andava perdendosi in seguito alla latinizzazione intrapresa dalla Chiesa di Roma in Italia meridionale nel basso Medioevo. Oggi l’Eparchia di Lungo è sede vacante a seguito delle dimissioni di Mons. Lupinacci per raggiunti limiti di età. Solo nei giorni scorsi Benedetto XVI ha nominato il nuovo Eparca nella persona del’Archimandrita cosentino Donato Oliverio,  finora delegato della stessa sede eparchiale di Lungo. Il testo di celebrazione eucaristica in uso nella Chiesa Bizantina è la “ Divina Liturgia” detta di san Giovanni Crisostomo (sec. IV). Nei secoli è andata via via modificandosi fino all’attuale formulario definito nel sec. XI. Oggi è regolarmente officiato in tutte le Chiese ortodosse (Costantinopoli, Grecia, Russia, Romania, Bulgaria, Serbia, e Cipro) e nelle Chiese orientali cattoliche di tradizione bizantina. Anchela Chiesaitalo – albanese di Calabria e di Sicilia, ad eccezione delle parrocchie dei centri arberesh del Crotonese, adotta questo formulario tradotto pure nella locale parlata.  La “Divina Liturgia”, che è ricca di frequenti scampanellii e di tante benedizioni con l’incenso, si compone di cinque momenti. Il primo è detto Protesi o rito di preparazione del pane necessario per la celebrazione. Questo momento si svolge mentre i fedeli cantano la grande Dossologia e il sacerdote, primo celebrante, assieme al diacono, prepara su un altare laterale quanto serve per il rito alquanto complesso. La disposizione del Pane sulla patena con l’Amnos (l’agnello del sacrificio) posto al centro, con le altre ostie costituisce l’espressione liturgica della comunione attorno al Cristo. Il secondo momento è quello della Liturgia della Parola con la litania di pace (Irinikà), il canto di tre salmi (Antifone), la processione con il Vangelo portato in mezzo all’assemblea dei fedeli (Isodos), le letture e l’omelia. La terza parte èla Liturgiadei fedeli ( l’Offertorio per i Cattolici) che inizia con una processione che porta sull’altare i Sacri Doni (pane e vino preparati durantela Protesi). Comprende anche una litania, l’abbraccio della pace, la recita del Credo e l’Anafora o Prece Eucaristica. La Partecipazionealla Comunione è il quarto momento che si compone di una litania, la recita del Padre nostro, la frazione del Pane,la Comunionecol pane e vino e il congedo. Infinela Distribuzionedell’antidoron, cioè il pane che non è stato utilizzato al momento della Comunione viene distribuito all’assemblea dei fedeli.