Rombiolo, il sangue e il sole di Saverio Di Bella

La Resistenza non si è conclusa con la liberazione. Rappresenta un patrimonio di ideali di valori politici inscindibile alla democrazia. È oltremodo viva nell’esperienza di coloro che hanno lottato in prima linea per la loro affermazione: i partigiani.

Carmine Fusca è uno di questi (ha combattuto sui monti di Val di Susa, vive in un piccolo paese, San Nicola de Legistis, comune di Limbadi). La sua testimonianza è esempio di come quell’esperienza è stata vissuta e viene tuttora rivissuta. Lo spirito è rimasto quello che lo ha visto combattere nelle “Brigate Garibaldi” contro i nazifascisti per 2 anni, fin quando l’Italia non è stata liberata. Adesso a quasi novant’anni, chi ha avuto modo di assistere all’incontro-dibattito “I testimoni della Resistenza” (Sala Consiliare di Rombiolo venerdì pomeriggio), è certamente rimasto colpito dal suo racconto. L’atto di fede negli ideali che lo hanno spinto a combattere da partigiano gli appartiene come una categoria dello spirito: “Sono ancora un combattente nell’anima e nel corpo.La Patriace l’ho scolpita nel cuore”. Di fronte ad una realtà anestetizzata, che vive il declino morale, umano e ideale, narcotizzata dalla mercificazione e dal protagonismo fine a se stesso, che si aggira in un vortice che ottunde le coscienze, il fresco entusiasmo con cui ha riempito la sala, la sua autentica bellezza scaturita dalla sua testimonianza, nell’idioma immediato del dialetto, hanno ricreato un’atmosfera ricca di una suggestione che è sembrata appartenere ad un mondo lontano.

Eppure le istituzioni, il fondamento della nostra Repubblica, sono il frutto del sacrificio di queste anime intrepide, del loro incondizionato amore verso una Patria che oggi è senza significato perché chi la rappresenta ha tradito e tradisce in modo spregiudicatola Costituzionesu cui hanno giurato fedeltà. Lo hanno sottolineato in un corale messaggio tutti gli intervenuti: in un momento critico con risvolti drammatici come quello che stiamo attraversando, in cui la stessa democrazia viene messa in pericolo, sia fondamentale riportare alla memoria il sangue e il sacrificio della Resistenza. Lo ha ribadito il professore Saverio Di Bella (Università di Messina), presentando il libro (di cui è autore insieme ad Anna Maria Garufi e Placido Currò) “Il sangue e il sole. Partigiani del Mezzogiorno 1943-1945”(edizioni Zaleuco), che riassume il significato della Resistenza che si è tinta anche del sangue e della luce dei tanti partigiani del Mezzogiorno e che quindi l’Italia non è possibile concepirla senza il sacrificio di molti giovani meridionali insigniti della medaglia d’oro al valor militare e per discutere dell’eredità storica e morale della Resistenza nel momento che stiamo attraversando. Un contributo di sangue lo hanno versato proprio i martiri del Mezzogiorno, insigniti delle medaglie d’oro al valor militare (dalla Puglia, alla Basilicata, alla Calabria, al Lazio, alla Sicilia), che come quelli di Torino, Udine, Milano, e quelli di tutte le zone oppresse dall’occupazione nazista, hanno lasciato un’immensa eredità di sacrificio e hanno insegnato come si resiste, come si combatte, come si muore e come si vince. “La storia d’Italia senza Mezzogiorno non sarebbe quella che è stata” – ha spiegato Di Bella:  dopo l’8 settembre l’identità politico culturale va in frantumi, ma anche è l’inizio di una rinascita e si comincia a fare i conti con la propria coscienza civile e col proprio destino” ha ribadito. Anche oggi viviamo un’emergenza su diversi fronti a cui è necessario opporre lo stesso spirito che ha connotatola Resistenza, come l’emigrazione e la criminalità organizzata; una lotta che va combattuta soprattutto contro certi poteri occulti rappresentati dai forzieri delle banche. Di Bella ha ricordato in merito che “lo avevano già chiesto diversi intellettuali,  molti dei quali hanno pagato con la vita (come Palcido Rizzotto e PioLa Torre), per scoprire chi condiziona la vita democratica”.

Momento centrale della manifestazione (organizzata dall’Amministrazione comunale di Rombiolo insieme alle associazioni culturali Zaleuco e Alighistos) quando il presidente provinciale dell’Associazione nazionale partigiani italiani (Anpi), Silvestro Scalamandrè, ha insignito Carmine Fusca con la tessera onoraria.

Il sindaco del Comune di Rombiolo Giuseppe Navarra, nel suo intervento introduttivo, ha voluto sottolineare come il dibattito sulla Resistenza è di grande importanza sia per la conoscenza storica che per i valori insiti che hanno determinato la liberazione del nostro Paese.

“Sulla resistenza non si può tacere” ha affermato inoltre nel suo intervento Pasquale D’Agostino (Istituto perla Storiadel Risorgimento); anzi, ha sottolineato, “è necessario recuperare tutta quella memorialistica che va dal ’45 ad oggi, sia da un punto di vista letterario che storiografico messa ai margini, per comprendere appieno il significato e il valore di tutto quel movimento che è partito conla Resistenza”. In merito, ha ripreso il professore Di Bella, i testimoni della Resistenza hanno avuto un ruolo fondamentale per la rinascita etico-civile, non solo nella lotta contro i nazifascisti, ma anche nella formazione delle coscienze della nuove generazioni. Il riferimento è ai partigiani tornati che hanno testimoniato con la loro vita quei valori e hanno acceso il fuoco dell’impegno per i valori democratici e costituzionali, come Giuseppe Contartese (originario di Rombiolo ma che ha  vissuto nel comune di Drapia). Il presidente dell’Anpi Scalamandrè infine ha ribadito l’attualità della Resistenza: “Stiamo attraversando un momento storico drammatico che rischia di mettere in ginocchio l’Italia come democrazia. Ma anche la mafia è una minaccia terribile alla democrazia, così come la corruzione politica, il degrado civile”.

Si sottolinea ancora l’intervento da parte di Michele Contartese il quale ha annunciato che anche a Rombiolo opera un gruppo di cittadini che hanno aderito all’Anpi, e spera che al più presto possa avere una sede dove poter formare una sezione e intraprendere delle iniziative importanti per sensibilizzare i cittadini e le istituzioni per l’eredità storico-culturale e umana della Resistenza.