Ambiente innovativo, dal Movimento Azzurro idee e proposte per un’ecologia nuova

Ecologia umana, cambiamenti climatici, agricoltura eco-biologica e crisi di valori sono stati i temi affrontati domenica 29 aprile nel convegno “Ambiente innovativo”, organizzato nello Spazio culturale “Meno Assenza” dal Movimento Azzurro con il patrocinio del Comune di Pozzallo e della Diocesi di Noto. L’iniziativa, inserita nell’ambito delle Notti Blu 2012, ha offerto un dibattito ricco e vario grazie all’alto profilo dei relatori. Il dibattito è stato moderato dalla senatrice Marisa Moltisanti, di recente nominata presidente del Coordinamento regionale del Movimento Azzurro.

L’occasione per esplorare e discutere temi, prospettive e proposte di ricerca è stata offerta dal libro Dieci parole per pensare, vivere e amare- Decaloghi per una ecologia umana, sapienziale (2011), di monsignor Antonio Staglianò, vescovo di Noto.

Grazia Dormiente, presidente dell’Associazione “Giorgio La Pira”, ha posto l’accento sull’ascendenza lapiriana di alcuni concetti ispiratori di quell’ambientalismo fautore dell’equilibrio tra natura e sviluppo e dell’ecologia umana di cui tratta Staglianò. La studiosa, seguendo le suggestioni emerse dalla lettura dei Decaloghi, ha parlato della necessità di coniugare il respiro della vita con il respiro della natura e del creato.

Bartolomeo Buscema, ingegnere meccanico, giornalista scientifico, ricercatore industriale nei settori delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico, ha illustrato il punto di vista della scienza sui cambiamenti climatici e le sue cause, ma anche le possibili azioni di contrasto da parte dei decisoiioni per contraso di vista della scienza circa i cambiamenti climatici e le stata ri politici e dei singoli cittadini. Sul riscaldamento globale, ha detto il ricercatore, c’è ormai l’unanimità degli scienziati. Non così sulle complesse cause del riscaldamento del pianeta. Ciò, peraltro, è stato funzionale all’atteggiamento di alcuni Paesi ricchi che, in assenza di evidenze scientifiche, hanno fatto poco o nulla per ridurre le emissioni inquinanti. Senza sconfinare nel catastrofismo ambientalista, è dimostrato che il riscaldamento del pianeta provocherà un aumento dei conflitti e un impoverimento dei paesi terzomondiali. Ognuno di noi, nel quotidiano, può praticare azioni virtuose per ridurre l’impronta antropica sul clima, senza aspettare l’intervento dei decisori politici che ha tempi necessariamente lunghi. «L’uomo – ha concluso Buscema – è nella natura. Nel difendere la natura, difende sé stesso».

Un concetto, questo, ripreso da Maria Laura Fois, nutrizionista, studiosa delle tradizioni alimentari della Sardegna, nel suo intervento su “Tipicità e ambiente, l’alimentazione ancestrale mediterranea”. La studiosa ha individuato nell’alimentazione mediterranea uno dei fattori-chiave dell’eccezionale longevità che caratterizza alcune aree della Sardegna. Purtroppo, negli ultimi decenni, il modello alimentare mediterraneo è minacciato dall’inquinamento ambientale, da un’agricoltura scriteriata e da nuove abitudini di consumo, mentre aumentano casi di intolleranze alimentari e patologie degenerative. Migliorare la qualità degli alimenti, recuperando le antiche tradizioni, significa migliorare la qualità della vita. Per questo la Fois porta avanti da anni, grazie alla sua cooperativa sociale “Ugualmente verde”, la proposta di un’agricoltura eco-biologica, certificata con un marchio di qualità. «Non basta mettere al bando le sostanze tossiche – ha detto la Fois – occorre che le colture rispettino la tipicità, i ritmi naturali e i cicli biologici affinché si sviluppino adeguatamente le sostanze protettive e le vitamine attive».

Corrado Monaca, già presidente nazionale del Movimento Azzurro e oggi ambasciatore dell’area euro-mediterranea per l’associazione ambientalista, ha presentato una sintesi efficace dei temi racchiusi nei Decaloghi di Staglianò, sottolineandone l’alto valore educativo e formativo.

Le conclusioni del convegno sono state affidate al vescovo di Noto Antonio Staglianò. Il prelato, nella sua brillante dissertazione, ha parlato del rischio di un declassamento della fede cattolica a religione civile e del conseguente degrado dell’uomo. I guasti di ciò sono sotto gli occhi di tutti: la crisi, cui stiamo assistendo, non è soltanto economica, ma è anche sociale, etica, di senso e di valori.

Questo processo di svilimento, secondo Staglianò, affonda le radici nel pregiudizio del razionalismo seicentesco il quale ha “espropriato” l’essenza alla natura e alle cose, per attribuirla in forma esclusiva all’essere pensante. L’atteggiamento arrogante e predatore dell’uomo sulla natura, che ne è derivato, ha portato a trascurare le relazioni profonde e «l’incantamento relazionale» del creato.

Da qui la proposta, contenuta nei Decaloghi, di un’ecologia nuova, in cui questione ambientale, conflitti sociali e dignità e libertà dell’uomo siano inscindibilmente legati.