Enzo Maiorca, la profondità dell’altezza

Enzo Maiorca è nato il 21 Giugno 1931 a Siracusa; ha imparato a nuotare a 4 anni e presto ha cominciato ad andare sott’acqua, anche se, secondo una sua stessa confessione, aveva un gran paura del mare. Ma non si pensi che poi, una volta diventato campione, gli sia passata. Anzi, alle giovani leve ripete sempre quanto sia salutare il mare, quanto sia importante averne paura e non prenderlo mai sottogamba. Quando si incontra Enzo Maiorca non si può fare a meno di pensare al mare. E non solo per i suoi innumerevoli record da apneista (fino a 101 metri), ma perché il celeste dei suoi occhi è un richiamo inevitabile. Sembra quasi che a forza di immergersi, in ottant’anni, poco per volta, il mare abbia lavato le sue iridi fino a renderle dello stesso azzurro cristallino delle acque. A Catania per presentare il suo libro “Sotto il segno di Tanit”. La storia di un gruppo di amici di Vendicari, nel siracusano, si intreccia con quella di Tanit, una divinità venerata dai Fenici e rappresentata come una bambina stilizzata. L’appassionante storia di un’avventura subacquea raccontata da uno dei protagonisti, il grande apneista Enzo Maiorca, tra mito, storia e mistero in un accorato omaggio al mare. “Il mare è una religione – afferma – quando parlo di mare mi sento come un prete che predica il suo Dio, perché provo immenso rispetto e paura». Quando ha scoperto per la prima volta il mare: « Era agosto del 1943, con una maschera antigas adattata da me, allora non esistevano le maschere subacquee, ho scoperto il mare verticale, ho dato una sbirciatina ai fondali e mi sono innamorato». Quanto la emoziona ancora il mare: “Il mare è sempre un’emozione continua, un’emozione che dura da 70 anni. Io sono nato in una casetta vicino al mare, quindi il mare rientra sempre tra i panorami della mia vita”. Il mare ha la capacità di parlare: “Sempre che l’ uomo sia disposto ad ascoltare. Se il mare fosse silenzioso non sarebbe così affascinante». Nonostante si sia immerso nelle acque di tutto il mondo, qualè il suo posto preferito: “E’ il Mediterraneo perché è uno scrigno che racchiude un bagaglio di sentimenti, gli altri mari sono come belle femmine cretine anche se bellissimi, non mi parlano». Ha mai avuto paura del mare, lo teme: “Lo temo e lo rispetto. Ed è proprio quel rispetto, che ancora oggi, nelle notti di luna piena, mi spinge a indossare la muta e ammirare lo spettacolo delle mille lune del cielo di sotto». Sposato con Maria Gibiino, oltre alla famiglia e allo sport, Maiorca ama la campagna, gli animali e la lettura. Ha dedicato e dedica la sua vita con impegno forte e costante alla salvaguardia profonda ed efficace del patrimonio marino e naturalistico. Quale messaggio vuole dare ai giovani: “L’umiltà assoluta nei confronti del mare…bisogna incontrare il mare per tutto ciò quello che può dare all’uomo, non in termini materiali, non bisogna andare alla ricerca del tesoro, ci sono dei tesori di luce, tesori che arricchiscono l’uomo dentro”.  Il 13 maggio prossimo, a Le Ciminiere, le sarà assegnato dal Lions Club Catania Faro Biscari il “Lions Day Award – Premio Faro Biscari” per lo Sport: “Ogni volta che vado a queste manifestazioni, o che ricevo dei premi, mi pongo sempre una domanda: sarò stato all’altezza”. Una profondità di animo veramente disarmante è quella che traspare a Enzo Maiorca, ovvero la “profondità dell’altezza”, così come lo definisce Enzo Stroscio, ideatore del Lions day awards VI Edition , spettacolo di attività culturale e solidarietà che premia le personalità siciliane che si sono distinte per aver dato una “Emozione di Luce alla Sicilia”, che assegnerà il premio al campione siracusano: “Grande sacrificio per portare avanti questo premio – afferma Stroscio – ma con soddisfazione. Un grande spettacolo, oltre a Maiorca spazio alla musica con Aida Satta Flores, tre volte Sanremo, Andrea Quartarone, chitarrista rock, italo americano, l’attore Costantino Carrozza, la cantante di colore e splendida voce, l’olandese Justine Pelmelay e Antonello Tonna, che erano sulla Costa Concordia, naufragata nell’isola del Giglio, ed infine premio anche all’Emittente Telecolor per l’Editoria, che ha seguito l’aspetto umano e formale del caso di Laura Salafia, la studentessa vittima di un tragico incidente nel luglio del 2010.