Valigia pronta per Alessandro Nesta destinazione Stati Uniti

A distanza di cinque anni l’ultimo grande Milan dell’epopea ancelottiana si sta avvicinando al capolinea. Tra pochi mesi rischia lo smantellamento ufficiale. Dida, capitan Maldini, Jankulovski e Favalli sono in pensione. Oddo gioca a Lecce, Kaladze e Gilardino a Genova (sponda rossoblù), Kakà a Madrid, Pirlo a Torino. Dei 5 superstiti, di coloro cioè che figurano tuttora in organico al Milan, il contratto in scadenza non verrà certamente rinnovato a Inzaghi e a Seedorf mentre l’orientamento del club sembra essere quello di non mollare comunque Gattuso (465 presenze), Ambrosini (463) e Nesta (323), tre veterani chiamati a fare da anello di congiunzione con la tradizione della grandeur rossonera.

Anche se dopo 10 stagioni, Alessandro Nesta, 36 anni compiuti lo scorso 19 marzo, pare seriamente intenzionato a salutare la compagnia per avventurarsi nell’esplorazione del soccer, il calcio nella sua versione a stelle e a strisce.

Al difensore romano lo stile di vita yankee calza a pennello e se a questo si somma la consapevolezza dei propri limiti fisici, ecco che la prospettiva di un’annata nella Major League Soccer appare tutt’altro che stravagante. Nesta ha dimostrato di possedere una invidiabile scelta di tempo per cui è sempre meglio rinunciare alle luci della ribalta con un anno di anticipo piuttosto che con un minuto di ritardo. Significativo il suo addio alla nazionale, avvenuto a trent’anni, ultima partita azzurra quella di Tbilisi dell’11 ottobre 2006, c.t. Roberto Donadoni.

Ora Alessandro ha compreso che anche il suo tempo al Milan sta per scadere. È un atto di onestà perché il suo fisico, spossato da troppi incidenti, gli ha detto di alzare bandiera bianca. Il calcio che si gioca da noi è sempre più duro e fisico e gli Usa, anche se non rappresentano il classico cimitero degli elefanti, garantiscono comunque un’applicazione meno stressante.

La prossima settimana gli americani dei New York Red Bulls (un tempo si chiamavano Metro Stars) si presenteranno per un abboccamento. Al momento i loro designated players, i giocatori esclusi dai vincoli del salary cap, sono due: Thierry Henry e Rafael Marquez. Il terzo dovrà essere un difensore e l’identikit del milanista, età a parte, pare tagliato su misura per loro. Nella Mls (a Montreal) giocano già due italiani (Corradi e Ferrari) e un altro (niente di meno che Del Piero) sta cercando di accasarsi.