Confindustria Udine su liquidità e tensione finanziaria

“Sicuramente significative sono le risorse messe a disposizione dalla Regione con le misure anticrisi e con la mobilitazione dei diversi strumenti di politica industriale che a diverso titolo ed in relazione ai molteplici canali di intervento sono stati messi a disposizione a sostegno del rafforzamento del tessuto produttivo”. Lo sottolinea il Presidente di Confindustria Udine, Adriano Luci, prendendo spunto dalle riflessioni sull’argomento dell’Assessore regionale alle finanze Sandra Savino. Luci riconosce come sia indubbio il contributo dato dalla Regione senza dimenticare però le lungaggini attuative, la macchinosità delle procedure e i tempi lunghi di risposta non adeguati ad interventi celeri come richiederebbero misure qualificate come anticrisi. Ma l’impegno quantitativo non può esorcizzare il tema di fondo rappresentato dalle criticità di accesso al credito che tante piccole e medie imprese stanno soffrendo alle prese con problemi di liquidità e di tensione finanziaria. Per queste imprese sta diventando sempre più difficile ottenere nuovo credito o mantenere gli affidamenti già concessi. “Se ci si trincera dietro la giustificazione che i Confidi sono efficaci solo in presenza di una disponibilità degli istituti bancari, che viene riconosciuta estremamente difficile, a concedere il credito con gli attuali indicatori di valutazione di merito, non si fanno passi in avanti. Non si chiede alla Regione di sostituirsi alle banche, ma di impegnarsi per favorire un sistema coordinato di supporto al credito, banche, Confidi, cogaranzie e controgaranzie, anche verificando l’aggiornamento dei criteri di valutazione alle nuove situazioni”. “Esiste certo il problema del rafforzamento patrimoniale dei Confidi, ma questo va collegato a modalità di intervento in grado di sostenere le imprese illiquide con prospettive di crescita. Lo sforzo che deve essere fatto è questo, conclude il Presidente Luci. Nella crisi dei primi anni ’90 e poi agli inizi del 2000 la Regione è intervenuta a sostegno di aziende considerate ormai fuori mercato. Oggi, grazie a quelli interventi, costituiscono presidi importanti del manifatturiero. Non sembra vano recuperare quello spirito e quell’impegno.”