Fli non si fida dell’Udc e del progetto egemone di Casini

Nel partito di Casini, riferiscono fonti centriste, si ragiona anche sull’opportunità di mantenere lo scudo crociato. C’é la necessità di rappresentare tutte le forze politiche che partecipano al progetto Terzo Polo e, quindi, di superare lo scudo crociato, espressione di una tradizione popolare e cattolica di cui l’Udc si è fatta, fino ad oggi, portatrice. Ma occorre anche rappresentare quelle forze, come FLI e ApI, che provengono da storie completamente diverse. Per non parlare dell’apertura alla “società civile”, al mondo del sindacato, dell’industria e dell’associazionismo cattolico che, si pensa a nel partito di Casini, potrebbero vedere con favore il mantenimento dello scudo. La chiave di volta per contemperare queste diverse necessità sarebbe, allora, quella di non prevedere lo scudo nel simbolo della lista comune, o partito federato che sia,  mantenendolo invece in quello di una fondazione o di un’associazione ad essa collegata. Sulla denominazione, un ventaglio di idee è stato già depositato. Nazione, Patriottismo Repubblicano, sono concetti sui quali tanto l’Udc che i “compagni di viaggio”, FLI e ApI, sono per il momento concordi. Questione da dirimere è, semmai, la formula. Quella di “partito” potrebbe stare stretta a Futuro e Libertà. I finiani hanno più volte ribadito di non voler rinunciare a un partito nato meno di un mese fa per imbarcarsi nuovamente in un’avventura che possa richiamare l’esperienza del predellino. Su questo Bocchino è tornato, accogliendo come “positiva” l’accelerazione dell’Udc e, contemporaneamente, definendo come fatto “solo interno” l’azzeramento dei vertici. “L’Udc è un partito più strutturato territorialmente rispetto a FLI e ApI”, ha spiegato Bocchino. “In alcuni territori è vicina al PdL, in altri al Pd. L’accelerazione è molto positiva ed è un passaggio interno al partito. Casini aveva bisogno del “mandato” del suo partito a intraprendere questo percorso”.

L’intesa raggiunta da Casini, Fini e Rutelli nell’incontro che ha preceduto l’azzeramento dei vertici dell’Udc, spiega Fabio Granata, “ha termini molto chiari, è legata a una federazione di forze che contribuisca a rompere un bipolarismo che non ha più niente da dire. Su questo siamo tutti d’accordo, ma di qui a pensare di fare un partito unico sulla base dell’aggregazione di soggetti, che non mi sembrano il massimo del nuovo, ce ne passa. Noi – aggiunge Granata – siamo molto sereni, andiamo avanti con il progetto di Futuro e Libertà per costruire un movimento di patriottismo repubblicano”. “Accelerare” è anche la parola d’ordine utilizzata nel partito di Gianfranco Fini che sottoscrive la necessità di porsi settembre, al massimo ottobre, come deadline per arrivare ad un soggetto compiuto, con tanto di nome e simbolo. E proprio per questo, Granata annuncia, dopo il voto delle amministrative, la convocazione degli stati generali di FLI. “Ciò che sta succedendo nel quadro politico nazionale deve trovare risposte adeguate da parte di una giovane forza politica come la nostra che più di ogni altra, Fini in testa, ha dato il via alla fine del Berlusconismo e della seconda repubblica. Futuro e Libertà – aggiunge Granata – è già il primo partito della Terza Repubblica e deve rivendicarne un ruolo centrale attraverso alleanze adeguate e inedite, innovative e progressiste”. Per il capogruppo FLI alla Camera, Benedetto della Vedova, “l’accelerazione è nell’ordine delle cose se vogliamo fare una cosa vera e non di facciata. Tra nove mesi comincia la campagna elettorale e in autunno, prevedendo un voto all’inizio della primavera, bisognerà avere un progetto definito con tanto di nome e simbolo. Il nostro obiettivo è quello di creare una novità politico elettorale e competere ad armi pari alle prossime elezioni con PdL e Pd, mentre naturalmente sosteniamo il Governo Monti”. E sulla possibilità che alcuni esponenti del Governo possano portare avanti, anche dopo il termine della legislatura, la loro esperienza politica, Della Vedova si limita a dire. “Certo, mi auguro che alcuni esponenti di questo Governo vogliano continuare in modo stabile ad essere protagonisti della vita politica di questo Paese. Ma non è questo il momento per parlarne, il Governo deve continuare a mantenere la “corda tesa”, senza nessuno che tiri questo o quel ministro per la giacchetta”.