Cisl Alto Friuli ribadisce no a ristrutturazione Poste Italiane

Continua l’azione della Cisl contro il piano di ristrutturazione di Poste Italiane. Dopo l’affollatissima assemblea dei giorni scorsi a Tolmezzo, con i lavoratori del comparto, la Cisl dell’Alto Friuli, assieme alla categoria della Slp, ha incontrato il sindaco di Buja Stefano Bergagna, già promotore di un ricorso al Tar contro l’Azienda nazionale.

“Vogliamo – spiega il segretario della Cisl Alto Friuli, Franco Colautti – fare il punto della situazione delle Poste sul nostro comprensorio e per questo chiederemo nuovamente un incontro con il presidente dell’Anci”. L’assetto degli uffici postali, infatti, continua a preoccupare il Sindacato che, assieme ai pensionati, ha già sollecitato sulla partita anche l’assessore provinciale alla Montagna, Luca Marcuzzo, trovando condivisione delle problematiche e sostegno alla rivendicazione.

“Il punto – chiarisce Colautti – è che per far quadrare i conti si taglia dove è più semplice, come sta accadendo tra l’altro con il Tribunale, senza pensare alle ripercussioni sul piano occupazionale, della qualità dei servizi sul territorio e dei risvolti economici per le comunità coinvolte. Per noi, invece, occorre andare in senso opposto, facendo in modo che la montagna friulana non diventi zona emarginata ed abbandonata a se stessa”.

I nodi sono molteplici, anche a sentire direttamente la categoria dei postali, con il segretario Domenico La Rocca, che denuncia il calo endemico del personale, ma anche le modalità di utilizzo delle risorse umane, tenuto conto, per esempio, che anche in Alto Friuli ci sono tanti portalettere che potrebbero essere sportellizzati, mentre l’Azienda continua a privilegiare i trasferimenti dalla provincia di Udine e anche dalla Bassa friulana.

Ma a preoccupare la Slp Cisl non sono solo i problemi “locali”. C’è anche il progetto di scorporare Bancoposta dalle altre attività di Posta, “operazione che decreterebbe inevitabilmente la fine dell’Azienda” e la decisione di conferire all’Agcom le prerogative di autorità e di regolatore su Poste Italiane, mentre i servizi “sono allo sfascio, la posta non viene recapitata, gli sportelli restano chiusi e la rete informatica va continuamente in tilt”. “Temiamo per il nostro settore – commenta La Rocca – ciò che è già avvenuto nelle telecomunicazioni: è infatti già chiaro come l’Agcom intende muoversi, pesantemente e rapidamente”.

Quanto al fronte locale è Colautti a sintetizzare: “Si dimentica che la montagna è un luogo di legami, di storie, di economie, degne di rispetto ed attenzione: occorrono politiche che consentano e garantiscano alle nostre comunità locali opportunità e servizi affinché si interrompa il processo di svuotamento dei paesi”.