Il dramma umano di Umberto Bossi chiede scusa per i figli

Il Senatur si difende asserendo che “il cerchio magico non esiste” ma recita il mea culpa. “Mi dispiace anche per i miei figli, li ho rovinati io, dovevo fare come Berlusconi mandare i figli a studiare all’estero, mandarli via per salvarli. Mi piange il cuore”. “Mia moglie? Poveracci, hanno detto che fa le messe nere, lei invece insegna”. Su Maroni. “Non è vero che sia un traditore, bisogna che si smetta di dividere la Lega. Questo crea varchi per il nemico che è il centralismo romano – ha detto Bossi -, la cosa principale è un giuramento fatto da chi dirige la Lega affinchè non ci siano più divisioni. Siamo capaci di ripartire e siamo stati vittima di un complotto. Ora tutti uniti, noi non scompariremo, basta fare il gioco degli altri”. Umberto Bossi ribadisce la tesi del complotto contro la Lega “unico partito d’opposizione” e promette. “Chi ha preso i soldi della Lega li deve ridare”. E insiste. “Resteremo finchè la Padania sarà libera. Siamo pronti a dare battaglia fino alla libertà dei nostri diritti e della nostra terra”. Infine le scuse. “I danni sono stati fatti da quelli che portano il mio cognome. Mi spiace enormemente, scusate”. E promette. “Mai più parenti nel partito”.

“Umiliati per essere stati considerati un partito di corrotti”. Roberto Maroni tra gli applausi sale sul palco dell’Orgoglio leghista di Bergamo con Umberto Bossi. Insieme a loro anche Roberto Calderoli e Manuela Dal Lago, oltre al segretario provinciale di Bergamo, Cristian Invernizzi e il presidente della Provincia, Ettore Pirovano. L’ex Ministro dell’Interno difende l’ex segretario. “Dolore per Bossi che non merita questo” ha detto Maroni. “La Lega non è morta, la Lega non morirà ma riparte da qui. La Lega è potentissima, non ci sono cerchi che tengano”, Maroni infiamma i militanti accorsi con le scope per pulire il pollaio. “Mi spiace che Rosi Mauro non abbia accolto la richiesta del nostro presidente, ma se non si è dimessa ci penserà la Lega a dimetterla. Così finalmente – aggiunge Maroni – forse potremo avere un vero sindacato padano, guidato da un padano vero”.