Imu iniquo balzello per imprese e famiglie

“La crisi finanziaria che sta attraversando l’intera euro zona, ed in maniera particolare il nostro paese, sta avendo gravi ripercussioni su intere famiglie, che vedono sempre più assottigliarsi il limite dalla povertà. A noi tutti, al nostro Paese, è stato chiesto di fare grandi sacrifici per riuscire indenni, o quanto meno non troppo distrutti, sia sul piano della competitività che su quello del risanamento, riuscendo a garantire all’Europa la tenuta monetaria necessaria. L’insediarsi del governo Monti, il governo dei tecnici, è stato appunto giustificato dall’attuale stato straordinario ed emergenziale in corso. Ed è stato salutato con favore nell’annuncio di misure eque ed orizzontali. Così, però, non è stato. Il governo Monti ha varato una manovra economica in continuità con le scelte politiche recessive portate avanti dal governo Berlusconi, che garantiscono profitti ai banchieri e agli speculatori facendo pagare la crisi esclusivamente ai pensionati ed ai lavoratori. Stiamo parlando di uomini e donne, nella maggioranza precari o pensionati che vivono la difficoltà economica quotidiana di bassi salari, potere d’acquisto diminuito, su cui si è deciso in maniera inopportuna di far pagare esclusivamente costi di una crisi finanziaria creata dal capitale. I vertici della piramide sociale hanno dunque scelto che i costi della crisi devono essere pagati dalla base, quella che appunto ne sorregge l’intera struttura. Mai come oggi, il vertice e la base sono stati così distanti, in barba a tutti i proclami di equità e giustizia sociale annunciati con gran clamore dall’attuale esecutivo tecnico. A breve, nei prossimi mesi, avremo modo di vedere gli effetti negativi dei provvedimenti del governo sulle famiglie italiane. Fino ad ora l’aumento dell’addizionale regionale Irpef, introdotto dal governo Monti, ha colpito soli i lavoratori del settore privato ma a partire da marzo anche la busta paga dei dipendenti pubblici sarà alleggerita dall’inasprimento della tassa. L’aumento dell’imposta sul reddito delle persone fisiche destinata alle regioni è solo uno dei nuovi balzelli che colpiranno gli italiani: l’aumento delle addizionali regionali, l’eventuale aumento delle addizionali comunali Irpef, sbloccato la scorsa estate dal governo Berlusconi, l’imu sulla prima e sulla seconda casa, ovvero l’imposta municipale unica che ha preso il posto dell’Ici, l’aliquota più alta dell’Iva che salirà fino al 23%, ed ancora l’aumento delle accise e la riforma delle pensioni. In taluni casi il governo nazionale trasforma gli amministratori degli enti locali in veri e propri esattori, gabellieri dello stato, allontanando sempre più la politica dai reali bisogni dei cittadini. Le Giunte e i Sindaci, in un momento gravissimo dal punto di vista economico e sociale per il nostro paese, hanno il dovere di elaborare uno schema di bilancio che tenga conto della disperazione e dello stato di sofferenza in cui versano le aree interne, e non solo, del mezzogiorno d’Italia. Come Partito della Rifondazione Comunista, quello che chiediamo non è di prendere una scelta politica, ma di fare una scelta di coscienza sociale. E lo chederemo inviando una lettera a tutti i sindaci della nostra provincia. L’Imu rischia di affossare le piccole imprese. Per i proprietari di capannoni, negozi e fondi artigianali si prevedono rincari fino al 90%. Questa imposizione colpisce il diritto all’esistenza di tante famiglie che con grandi sacrifici o attraverso le rendite degli emigranti degli anni 80 si trovano ad avere case ed abitazioni senza possibilità di essere affittate o vendute, e senza avere redditi per il pagamento della stessa. Per tali ragioni, e per un mero senso di giustizia sociale, invitiamo tutti gli Amministratori dei Comuni della provincia di Vibo Valentia a deliberare al minimo (per la prima casa allo 0,2 e per le seconde abitazioni allo 0,76 ) e chiedere alle forze politiche presenti in Parlamento di rivedere i tagli al fondo sperimentale di riequilibrio. Solo la civile protesta dei consigli comunali potrà dare voce al malcontento diffuso delle famiglie meno abbienti e che saranno costretti a pagare un nuovo balzello iniquo e oneroso”.
E’ quanto scrive in una nota stampa il Partito della Rifondazione Comunista – Federazione Provinciale di Vibo Valentia.