Arrestato a Bangkok il cassiere della mafia Vito Roberto Palazzolo

Il finanziere di origini siciliane su cui pende una condanna a nove anni per associazione mafiosa è stato “catturato”. Dal Sudafrica, che ha sempre rifiutato l’estradizione del manager boss, Palazzolo si era spostato ad Hong Kong. Così, era subito partita dall’Italia una richiesta di arresto temporaneo. Ma l’uomo d’affari si era trasferito all’improvviso in Thailandia. Ieri sera la polizia lo ha fermato all’aeroporto di Bangkok, con la scusa di un documento ritenuto falso. Adesso, Vito Roberto Palazzolo si trova ancora rinchiuso in una cella dell’ufficio immigrazione dello scalo thailandese. Il finanziere siciliano ha  mobilitato un pool di legali. “Nel 2010, l’alta corte sudafricana si era pronunciata per l’ineseguibilità della sentenza di condanna emessa dall’Italia”, spiega l’avvocato Baldassare Lauria. I giudici di Joannesburg avevano ribadito che in Sud Africa non esiste il reato di associazione mafiosa. “E Palazzolo è cittadino sudafricano”, dice l’avvocato Lauria.

All’aeroporto di Bangkok è arrivato addirittura l’ambasciatore del Sud Africa in Thailandia per consegnare alla polizia la sentenza dell’alta corte di Joannesburg. “Si è così aperto un contenzioso – prosegue il legale italiano di Vito Roberto Palazzolo – su cui dovrà pronunciarsi un giudice thailandese. Noi siamo fiduciosi”.

E’ davvero un curioso caso internazionale quello che si sta consumando in queste ore all’aeroporto di Bangkok. A Palazzolo non sono mai mancati agganci e buone amicizie nei salotti che contano del Sud Africa. Ma, adesso, davanti alla cella in cui è attualmente custodito il manager di Cosa Nostra restano anche i poliziotti del Servizio centrale operativo della polizia italiana e i colleghi dell’Interpol. Intanto, la nostra diplomazia sta facendo tutti i passi necessari per cercare di portare a termine, trent’anni dopo, l’indagine che Giovanni Falcone non riuscì mai a concludere.