Acqua, riaprire dibattito dai risultati del referendum

“Nove mesi di silenzio. Tanto ci separa da una data, quella del 12-13 giugno dello scorso anno, in cui 27 milioni di cittadini italiani hanno detto il loro “no” alla privatizzazione dell’acqua e degli altri servizi pubblici a rilevanza economica. Una pagina storica della democrazia e della nostra Carta costituzionale che sembra però già finita nel dimenticatoio, in Italia come in Fvg”.

A dirlo è il consigliere Pd Paolo Menis che, a pochi giorni dalla celebrazione della Giornata Mondiale dell’Acqua (che il prossimo 22 marzo festeggia i suoi vent’anni) chiede che anche nella nostra Regione si riapra il dibattito su questo tema.

“In questi giorni è in corso di svolgimento a Marsiglia il World Water Forum organizzato dalle multinazionali del servizio idrico – ricorda Menis – a cui sta partecipando, tra gli altri, anche il vicepresidente della Regione, l’Assessore all’ambiente Luca Ciriani. L’auspicio è che, al suo ritorno, si possa avviare un serio confronto sulla futura governance delle risorse idriche, partendo dagli inequivocabili risultati della consultazione referendaria che hanno sancito la scelta di non affidarsi ai privati e alla logica del profitto”.

“Purtroppo – prosegue il democratico – non solo a livello nazionale, col recente provvedimento sulle liberalizzazioni, ma anche a livello locale, la politica ha cercato di tradire l’esito di questo voto, con proposte di legge – come quella presentata dalla Giunta Tondo alla fine dello scorso anno – che riproponevano la possibilità di affidare a privati la gestione dell’acqua, per di più assegnando compiti di comando alle Province la cui “permanenza in vita” è ancora incerta. Ancora oggi, paradossalmente, esistono le norme che prevedono la remunerazione del capitale nelle bollette (la famosa quota del 7%), anch’essa bocciata dai cittadini che però, loro malgrado, sono ancora costretti a pagare”.

“Mi auguro, conclude Menis, che si voglia fugare ogni dubbio sul valore della volontà popolare e avviare un tavolo di lavoro sulla riforma del sistema idrico che veda protagonisti i Comuni ed i diversi movimenti per l’acqua pubblica, perché si arrivi quanto prima ad un testo di legge che garantisca una gestione dell’acqua interamente pubblica, partecipata e sostenibile. Gli spunti non mancano, a partire da quelli contenuti nella petizione popolare, sostenuta da oltre 5mila firme, depositata in consiglio regionale nel dicembre scorso”.